ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO
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Martedì 7 Febbraio 2006

 

  

 La Puglia vara i Pacs, un caso nell’Unione

Estesi alle coppie di fatto i servizi sociali previsti per le famiglie. Vendola: cattolici rispettati


 

ROMA - La Regione Puglia ha approvato un disegno di legge che estende alle unioni di fatto i servizi sociali previsti per la famiglia ”tradizionale”. «Abbiamo varato un ddl che rappresenta in Italia il punto più avanzato di ripensamento del welfare, della rete dei servizi sociali. È un disegno di straordinaria ricchezza che compie alcune operazioni importanti. Quella per esempio di guardare al mondo delle marginalità come a un mondo pieno di risorse». Così Nichi Vendola, presidente della Regione. Con questo provvedimento, ha proseguito, «guardiamo agli immigrati, ai diversamente abili, ai minori, agli anziani, prevedendo per la prima volta istituti di tutela, di valorizzazione. È un procedimento che guarda una persona e non la vede come un problema, la vede come una risorsa. Vendola ha spiegato: «Ci siamo confrontati soprattutto con i rilievi critici, con i suggerimenti che provenivano dal mondo cattolico e che coltivavano la preoccupazione di mettere al riparo la famiglia di diritto. Non c'era alcuna intenzione di minare la famiglia di diritto. E tuttavia abbiamo accolto, con grande attenzione, questi suggerimenti. L'espressione che è usata nel titolo è ”unioni solidaristiche” e prevede l'estensione dei diritti e dei servizi anche alle unioni solidaristiche». Quindi, ha precisato il governatore pugliese, «non c'è nessuna sovrapposizione di istituti, che restano differenti, anche perchè noi non stavamo discutendo del diritto di famiglia, non abbiamo la proprietà di configurare giuridicamente nulla da questo punto di vista, ma stiamo discutendo dei servizi sociali, dei diritti di cittadinanza».

Non la pensa così Alfredo Mantovano di An: «La Costituzione in materia è chiara, Vendola però la sta calpestando con la complicità di Rutelli e Mastella». Analoghi provvedimenti o segnali di apertura e disponibilità in questa direzione sono arrivati da parte di altrettanti governatori regionali e sono contenuti negli statuti approvati recentemente da alcuni Consigli regionali. Lo statuto che si pronuncia con maggiore chiarezza in tal senso è quello della Regione Toscana, approvato il 19 luglio 2004, che afferma di tutelare e valorizzare, all'articolo 4, la «famiglia fondata sul matrimonio» e che, tra le finalità prioritarie, individua «il riconoscimento delle altre forme di convivenza» e rifiuta «ogni forma di xenofobia e di discriminazione legata all'etnia, all'orientamento sessuale e ad ogni altro aspetto e condizione umana e sociale». Nel Lazio, l'esecutivo regionale ha approvato, nel dicembre scorso, una memoria di giunta per un atto legislativo che preveda forme di assistenza a persone che risultino legate da vincoli affettivi e conviventi anagraficamente con carattere di stabilità. Il gruppo di FI ha già affermato la propria opposizione ai Patti civili di solidarietà.


    

 

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