ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su CORRIERE DEL MEZZOGIORNO (Sezione: LECCE Pag. 7 ) |
Sabato 13 marzo 2004 |
Piero Rossano Il primo cittadino rompe il mutismo degli ultimi giorni ma non giustifica il mancato invio di altre pratiche: non ho idea se siano già pronte
«Demolizioni, ho fatto tutto quello che potevo»
LECCE - Il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano alza la voce: «Non possiamo permetterei più soste negli abbattimenti, si'va avanti senza pause». E si appella ai sindaci dei centri della provincia più colpiti dal fenomeno dell'abusivismo edilizio, chiedendo al prefetto di convocarli ai lavori del comitato provinciale per l'ordine e'la sicurezza pUbblica di lunedì 22 marzo. E ai sindaci si rivolge pure Legambiente (ne riferiamo a parte). Ma il nodo di fondo resta la prosecuzione del programma già avviato a Porto Cesareo, epicentro d.ell'emergenza. Qui, però, il sindaco si difende: ho fatto tutto quanto era nelle mie competenze. L'IMBARAZZO DEGLI AMMINISTRATORI - Mantovano, in un'intervista concessa ieri al Corriere del Mezzogiorno, non ha nascosto la sua preoccupazione sul momento di stasi che sta vivendo il programma di demolizioni cominciato non senza difficoltà a Porto Cesareo e proseguito con il ricorso massiccio alle for:ze dell'ordine. «Tutti gli immobili non soggetti a condono - ha però ammonito devono essere demoliti». E questa dichiarazione d'intenti ha voluto essere una esortazione nei confronti degli amministra tori locali, la cui spinta propulsiva della prima ora sembra essersi affievolita. Lo stesso prefetto Gianfranco Casilli ha tenuto a sottolineare come «non risulta che ci siano altre pratiche complete che stanno a dormire»nei cassetti del Palazzo del Governo. Da qui, dunque, il doppio sollecito partito all'indirizzo del sindaco Luigi Fanizza a produrre nuovi incartamenti. Agli appelli, tuttavia, non è seguita ieri una reazione altrettanto convinta. «Altre pratiche pronte e non prodotte? Manco dal Comune da alcuni giorni - ha detto Fanizza - non conosco le ultime novità». «ABBIAMO FATTO TUTTO» - Il primo cittadino di Porto Cesareo, che all'inizio della campagna di abbattimenti aveva anche ricevuto attestati di riconoscimento dagli ambientalisti e di stima da tutte le forze politiche, ieri ha rotto solo parzialmente il mutismo che si era imposto sulla vicenda. «Quello che dovevo fare l'ho fatto», ha detto. Come a significare: mi sono esposto già abbastanza. E come a giustificare che la «pausa» che ha fatto accalorare il sottosegretario, forse, non dipende esclusivamente da lui. Sulla riunione del 22, fortissimamente voluta da Mantovano anche alla presenza dei vertici della magistratura in provincia, Fanizza ha laconicamente aggiunto: «Leggo çlella cosa dal suo giornale, quando sarò convocato dal prefetto valuterò la mia presenza». Un atteggiamento che non aiuta a comprendere come stanno realmente le cose a Porto Cesareo, dove sono state abbattute solo sei delle quindici costruzioni per cui era stato rilasciato regolare nulla osta dalla Procura e che allunga ombre inquietanti su pressioni e intimidazioni che hanno giàportato all'annunciato disimpegno dell'unica dit o ta che si era fatta avanti per gli abbattimenti.
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