ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su CORRIERE DEL MEZZOGIORNO (Sezione: Lecce Pag. 7 ) |
Sabato 14 febbraio 2004 |
Leda Cesari Il settore Patrimonio di Palazzo dei Celestini: il bene è della parrocchia, lo dice il Consiglio di Stato. Il soprintendente Soragni: non è così
Santa Croce, se ne occupa il Demanio
LECCE - Ennesima giornata di ricerche documentali, con un paradosso che anziché sgonfiarsi acquista vigore: il gioiello barocco di Lecce, Santa Croce, rimane allo stato terra di nessuno. Può sembrare una affermazione forte ma è così: Perché la Provincia torna ad insistere: non è nostra, infatti il Consiglio di Stato la attribuisce all'Ente parrocchia. Ma Don Giuseppe Metrangolo, che non si dà vinto nonostante l'assenza di documenti, ha deciso di investire della questione finanche il Demanio: informazioni più dettagliate sui dati anagrafici della basilica potrebbero arrivare da Roma. Il sacerdote spera già nella giornata di lunedì. Ed ora anche Ugo Soragnl, soprintendente regionale ai Beni culturali (ovvero il responsabile dell'ufficio che raccoglie tutte le quattro soprintendenze), dà manforte alle tesi del parroco: "Don Giuseppe ha ragione, le parrocchie non hanno più patrimonio immobiliare dal 1984, quando ogni proprietà è confluita nel patrimonio dell'istìtuto diocesano per il sostentamento del clero". Ma la Curia ha già detto che Santa Croce non ricade nel suo patrimonio. D'altronde, neppure dalla Sovrintendenza per i beni architettonici e del paesaggio di Bari, Ufficio Vincoli, giungono delucidazioni: uno degli ultimi atti che riguarda l'incartamento relativo a Santa Croce è una notifica datata 1910 ed indirizzata al rettore della chiesa. Non una parola di più. In compenso, però, si rischiara l'orizzonte delle casse della chiesa: la sindaca Adriana Poli Bortone ha infatti deciso di devolvere parte del ricavato del Veglione della stampa, di prossimo svolgimento, per i lavori alla basilica. Ed anche il sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano si è attivato per accelerare l'iter burocratico propedeutico al restauro, con la richiesta al ministero dei Beni culturali - attraverso la Sovrintendenza regionale ai beni architettonici e al paesaggio - di prodigarsi per la causa dei restauri e della messa in sicurezza della struttura. Obiettivo per cui il parroco, sette anni fa, aveva presentato un progetto al niinistero dei Beni culturali, nel tentativo di usufruire dei fondi dell'otto per mille. Ma dopo qualche mese il ministero aveva bocciato il progetto. La richiesta di flnanziamenti non era stata reiterata. Ma intanto la Provincia, inizialmente indicata dalla Curia come legittima proprietaria di Santa Croce, ribadisce la propria posizione: con la basilica non c'entriamo. ieri, infatti il dirigente del settore Patrimonio e Lavori di Palazzo dei Celestini, ingegnere Antonio Lepore, ha fatto presente, "con riserva di più approfondite verifiche", quanto stabilito dal Consiglio di Stato, con parere 1263/98 del 18 ottobre 1989: "Con li riconoscimento della personalità giuridica dell'ente parrocchia l'edificio di culto e l'annessa rettoria ex conventuale passano ipso facto di proprietà, senza oneri, dell'ente parrocchia stesso". Una norma che si applica, dice li Consiglio di Stato, "anche al caso in cui i beni dei conventi soppressi siano precedentemente assegnati a una provincia". La legge che regola la materia? "La 848 del 1929, articoli 6 e 8, ancora vigenti". E del resto, "ulteriore parere del Consiglio di Stato - n.929 del '92 - ha chiarito inoltre che li passaggio in proprietà dell'edificio sacro, pertinenze e rettoria all'ente chiesa o parrocchia, si configura come effetto automatico e necessitato dal riconoscimento della personalità giuridica, che si produce nel momento stesso in cui se ne verifica il presupposto". La Provincia di Lecce, quindi - e a parte i danni da umidità eventualmente causati dai suoi locali attigui alla basilica - è proprietaria dell'immobile conosciuto come Palazzo dei Celestini, e solo di quello: il giallo continua.
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