ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su CORRIERE DEL MEZZOGIORNO (Sezione: IN PRIMO PIANO Pag. 3 ) |
Domenica 29 febbraio 2004 |
Salvatore Avitabile
Mantovano: An avrebbe già cacciato Ciardo e Cannone
LECCE - «Non accettiamo da nessuno il richiamo sulla questione morale», ha gridato ieri pomeriggio il segretario provinciale di Forza Italia, Raffaele Baldassarre, in occasione del congresso provinciale del partito, sotto gli sguardi di Raffaele Fitto e del sottosegretario all’Ambiente, Antonio Martusciello. Ma Baldassarre non immaginava che sullo scandalo della Bit, il caso delle spese «folli» denunciato dal Ds (4mi-la euro in tre giorni) sostenute dal presidente del consiglio comunale Stefano Ciardo e dal consigilere comunale Marcello Cannone (entrambi di Forza Italia) per la visita alla Borsa del turismo di Milano dal 13 al 16 febbraio scorso, potesse alzare la voce ll sottosegretario all’Interno e leader pugliese di Alleanza Nazionale, Alfredo Mantovano. E questa volta, soprattutto dei toni, l’atto d’accusa di Mantovano èdavvero prorompente. «Se Stefano Ciardo e Marcello Cannone fossero stati di An, avrei chiesto al presidente provinciale del partito Saverio Congedo di cacciarli a calci nel sedere». Per l’esponente di An la questione morale è un «punto d’onore». E ha aggiunto: «Ma credo che in una situazione di questo genere Congedo non avreb-. be aspettato neanche la mia sollecitazione. Ricordo qualche settimana fa la vicenda di quel deputato di An che distribuì una cassetta su Priebke e che è stato cacciato dal partito e dal gruppo parlamentare di An». Poi Mantovano ha attaccato la sinistra. «Prima di dare lezioni di trasparenza, la sinistra dovrebbe spendere una parola su vicende come quella della ex Banca 121, perchè mentre per i tre giorni milanesi della Bit sono in discussione credo poco meno di 4mi-la euro, per la Banca 121 sono in discussione centinala di milioni di euro e migllaia di risparmiatori che hanno avuto i danni che conosciamo». Mentre il governatore Raffaele Fitto, nel suo intervento al congresso non ha fatto alcun cenno al caso-Ciardo, Raffaele Baldassarre ha risposto senza polemizzare con Alfredo Mantovano. «Noi abbiamo registrato quello che è avvenuto, stiamo valutando la situazione. Si tratta di gesti personali che non coinvolgono il partito. Se le responsabilltà che sono tratteggiate dovessero emergere, naturalmente chiederemo che vengano assunti atti conseguenti». Baldassarre ha preferito evitare il termine dimissioni, ma il discorso è chiaro. Se dovesse essere dimostrato che Ciardo e Cannone avranno sbagliato, il partito li scaricherà e Ciardo in modo particolare dovrà lasciare anche la presidenza del consjglio comunale di Lecce. «Ciardo assente al congresso? Starà vivendo un momento di difficoltà», ha aggiunto Baldassarre che ha incassato il sì della platea di Forza Italia al congresso sulla linea da seguire per il caso-Bit. Pugno di ferro sì, ma solo se ci sono le prove, nessuna caccia alle streghe. E il popolo «azzurro» si è infiammato anche quando Baldassarre ha fatto cenno a Roberti Marti, l‘assessore del Comune di Lecce (ieri in prima fila) che si è dimesso per i presunti intrecci tra mafia e politica. «A lui bisognerà dare dignità politica», ha concluso. Mercoledì si riunirà il gruppo consiliare di Fi che ascolterà la difesa di Ciardo mentre il gruppo consiliare di An ha proposto un codice dentologico. I consiglieri del centrosinistra hanno chiesto le dimissioni di Ciardo e si sono detti pronti a rivolgersi al prefetto ed alla magistratura.
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