ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
(Sezione: LECCE     Pag.  6  )
Domenica 4 luglio 2004

Leda Cesari


Il presidente provinciale annuncia rivoluzioni in Federazione e una convention

 

 An, mea culpa di Congedo «Avanti con nuovi dirigenti»

L'analisi della sconfitta: ho responsabilità, ma non solo io


 

LECCE - E' stata una brutta botta e Saverio Congedo, uno contro tutti nella federazione di via Gentile, non ci prova neppure a minimizzare: il Polo ha perso, e malamente. Europee a parte. Colpa di An, che certamente avrebbe potuto fare di più. Specie in provincia di Lecce, specie in certi collegi: infatti, annuncia il presidente di An, un ripensamento dell'esecutivo provinciale s'impone. Già a partire dalla riunione di giovedì prossimo, e da una convention allargata di An che, «entro fine mese, ci aiuterà a ritrovare il bandolo della matassa».

«Serve una squadra più rappresentativa e più forte», spiega Congedo: siamo o no di nuovo in campagna elettorale, con le regionali cui mancano solo 8-9 mesi? Bisogna insomma ripartire da subito. Anche perché nel mezzo, in autunno, si vota per ri-espugnare Gallipoli. E anche lì «sarà Fitto a decidere il candidato, è lui il leader della coalizione». Leader sì, ma non monarca assoluto: forse anche il Piano di riordino ospedaliero ha contributo alla di sfatta' ragiona Congedo tergendosi il sudore, dunque va anch'esso ripensato e, come dire, migliorato. «Ad esempio ridando al Fazzi dignità di azienda ospedaliera, con i suoi vertici e la sua autonomia», avverte il presidente di An. Che però non si esime dal mea culpa: «Finora sono stato zitto perché c'erano i ballottaggi, ma non mi nascondo che è stato un tonfo», ammette Congedo sciorinando i numeri da knock-out che il centrosinistra è riuscito ad ottenere in tutta la Regione, conquistando obiettivi strategici come il Comune di Bari e riappropriandosi di roccaforti fondamenta li come la Provincia di Lecce. «E' cambiata radicalmente la geografia politica della regione».

Gli errori? Tanti. Dall'essersi trascinati per mesi sulle candidature all'aver trascurato la società civile - proprio Emiliano e Pellegrino insegnano - e poi, appunto, quel benedetto piano di riordino ospedaliero, che «nel breve periodo è risultato impopolare», disseminando «disagio tra medici ed infermieri, ma pure tra gli utenti». Ancora? Le dodici liste pro Baldassarre, che a dispetto del numero non hanno intercettato il voto d'opinione e degli indecisi ma si sono cannibalizzate a vicenda. A ciò si aggiunga, affonda Congedo, «che forse da alcune parti del Salento sarebbe stato lecito ipotizzare un sostegno maggiore». Per carità, non è una riedizione delle accuse post-duello Mantovano-D'Alema in riva allo Jonio, quando nel dopo-match si disse anche che Fitto era sceso in campo pro presidente dei Ds anziché pro (futuro) sottosegretario agli Interni: «Escluderei travasi di voti dal centrodestra al centrosinistra, almeno volontariamente. Parlerei piuttosto di elettorato non fidelizzato che decide di volta in volta». E che è entrato in azione anche in quest'occasione, se è lo stesso Congedo a fare l'appello dei comuni amministrati dal Polo ma «inadempienti»: Gallipoli, appunto, e poi Galatina, Carmiano, Cutrofiano, Poggiardo, Scorrano, perfino il collegio Lecce-centro. E che dire di Maglie? «Anche a Maglie vince Pellegrino». Lo stesso Pellegrino che trionfa a Casarano, dove il sindaco è «amico».

Responsabilità quindi di An certamente, «e me le assumo tutte. Ma che non si dica che avevamo una lista debole: era stata formata tenendo conto di tutte le aree del partito». Quindi «abbiamo sbagliato, ma come tutti gli altri. Dire il contrario sarebbe una ricostruzione quanto meno ingenerosa», dice Congedo ricordando che l'unico leader nazionale arrivato a benedire Raffaele Baldassarre è stato Gianfranco Fini, e che l'unico deputato sceso in campo si chiama U go Lisi. E che dire del famoso ticket? «Per me sarebbe stato un sacrificio concreto, visto che avrei rinunciato ad un'indennità regionale molto più Cospicua». Non si puo insomma giocare a scaricabarile, né attribuire colpe che non ci sono: meglio «fare tesoro di quanto accaduto». Recuperando gli esclusi, Fabio Campobasso compreso, che «e un uomo di partito», dice sicuro Congedo.


    

 

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