ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
(Sezione:    LECCE          Pag.   5   )
Sabato 17 gennaio 2004

Salvatore Avitabile

 

«Ruppi vittima dei contestatori della bossi-Fini»

Il sottosegretario Mantovano risponde ad una interrogazione e per la prima volta indica potenziali autori degli attentati

 


LECCE - A monsignor Cosmo Francesco Ruppi, arcivescovo metropoilta di Lecce, la tutela era stata assegnata dal Ministero dell'Interno tre giorni dopo l'attentato al Duomo, avvenuto - come ricorderete - nella notte dell'11 giugno scorso. E in quella occasione il Viminale, su proposta del prefetto di Lecce Gianfranco Casilli, ha invitato la scorta di don Cesare Lodeserto, il direttore del centro di temporanea permanenza "Regna Pacis" di San Foca, alla massima allerta.

Ma il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, rispondendo all'interrogazione presentata dal senatore brindisino Euprepio Curto di An e membro della commissione parlamentare antimafla dopo l'attentato alla Cattedrale di Lecce, ha ora indicato l'area nella quale orbiterebbero i potenziali autori degli atti intimidatori e degli attentati compiuti in questi mesi nei confronti di don Cesare Lodeserto, di monsignor Ruppi e del centro di temporanea permanenza "Regna Pacis" di San Foca.

"Sembra plausibile - è il pensiero dell'esponente politico salentino - ricondurre il gesto ad un azione di gruppi estremisti di contestazione della normativa sull'immigrazione e della gestione, da parte della Chiesa, del centro di San Foca". Per questo motivo, in seguito all'attentato, spiega Mantovano, "nei confronti dell'Arcivescovo di Lecce è stato attivato un servizio di tutela personale, assicurato a mesi alterni da personale della polizia e dei carabinieri, ed è stato allertato il personale addetto alla scorta, già in atto, del direttore dello stesso Centro". Poliziotti o carabinieri, dunque, seguono da giugno come un "angelo custode" il vescovo di Lecce . E don Cesare Lodeserto è scortato da quattro anni da un'auto delle forze dell'ordine durante i suoi spostamenti in provincia di Lecce. Ricordiamo che il centro "Regina Pacis" da anni è nel mirino del Lecce Social Forum che hanno organizzato numerose inziative di protesta a San Foca. In questi stessi mesi sono stati compiuti numerosi atti intimidatori (scritte minacciose sui muri, ordigni esplosivi contro i bancomat delle banche che hanno i conti correnti del centro, l'attentato al Duomo) ma le forze dell'ordine, meglio precisare, non hanno mai collegato gli episodi alle manifestazioni dei Social Forum. Le indagini si sono sempre indirizzate verso gli ambienti estremistici di Lecce. Ora sugli esecutori dei raid c'è anche la conferma del sottosegretario Mantovano. Ma le indagini, al momento, non hanno per il momento ottenuto i risultati sperati. Chi minaccia don Cesare e monsignor Ruppi, infatti, non è stato ancora individuato.

In seguito all'attentato al Duomo, inoltre, il prefetto Gianfranco Casui ha segnalato al sindaco di Lecce, Adriana Poli Bortone, la necessità di allestire un sistema di telecamere a circuito chiuso a piazza Duomo. Poli Bortone, al Corriere dei Mezzogiorno, ha annunciato che il progetto - vista la mancanza di disponibilità del Ministero dell'Interno - sarà finanziato dal Comune e si estenderà anche a Palazzo Carafa. Il progetto dovrebbe essere realizzato nei prossimi mesi

 

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