LECCE - Fa una premessa: «An non ha mai detto: a noi il candidato e basta. Noi abbiamo personalità di grande spessore da candidare alla presidenza della Provincia. Ma è giusto che questa possibilità sia concessa ad un esponente espresso da Forza Italia. Per gli azzurri è una accasione di responsabilità visto che rappresentano il partito di maggioranza relativa in provincia di Lecce. Io nomi non ne faccio". Alfredo Mantovano, sottosegretario all'Interno e leader salentino di Alleanza Nazionale, rompe gli indugi, spiazza alleati e compagni di partito ed "offre" a Forza Italia il candidato presidente alla Provincia.
Sottosegretario, cosa c'è dietro questa proposta?
«La Casa delle Libertà deve evitare tre errori commessi in passato. Il primo è di correre divisi. Il secondo è quello di proporre candidati improponibili, il terzo di correre uniti ma senza sufficienti motivazioni. Ricordo che a Lecce nel '95 il centrodestra, pur avendo un ottimo candidato come Antonio Tamburrmno (oggi presidente nazionale dei dottori conmiercialisti, ndr), pagò la sua divisione. E sempre a Lecce nel '99 ha presentato un candidato improponibile. Non ho nulla contro Carlo Madaro ma era estraneo alla coalizione. Qualche mese fa alle Provinciali di Foggia, con una coalizione unita ed il miglior candidato possibile (Paolo Agostinacchio, ndr), si è perso perché non c'è stata saldezza nelle motivazioni e nella spinta della campagna elettorale. Quindi è necessario che la coalizione sia compatta, convinta e che abbia un buon candidato».
An cede a Forza Italia il candidato presidente alla Provincia per garantire la compattezza della coalizione?
«An è in grado di esprimere una rosa di nomi, questo testimonia una crescita dei dirigenti del centrodestra anche rispetto a cinque armi fa. Faccio solo tre nomi: Saverio Congedo, Roberto Tundo e Biagio Ciardo. Basta sceneggiate, fermiamo il teatrino della politica. Deve prevalere il senso diresponsabilità. ll Comune è di An, è inimmaginabile che anche la Provincia di Lecce possa essere di An. Ma c'è anche un altro aspetto che voglio sottolineare:
quella di Lecce non è l'ultima delle province pugliesi. Le Provinciali saranno un test significativo per le Regionali in programma nel 2005. Credo che sia opportuno saggiare lo stato di salute della coalizione con Forza Italia, partito di maggioranza relativa della Casa delle Libertà, che deve assumersi in prima battuta la responsabilità di candidare un proprio esponente».
Ora cosa si aspetta da Forza Italia?
«Deve sottoporre una rosa di nomi al partiti della coalizione, anche al più piccoli come il Nuovo Psi ed il Pri, ed alle categorie sociali più significative. Il candidato viene scelto sulla base del confronto. Mi auguro che questa questione venga risolta al più presto perché si deve passare al programmi ed al contenuto. In questa direzione Alleanza Nazionale sta già lavorando. Stiamo elaborando la nostra programmazione che presenteremo in una conferenza programmatica a Lecce».
Quali sono i punti progranunatici che An chiederà di inserire nel documento politico-elettorale delle Provinciali?
"Il programmma deve essere serio e credibile. Le nostre posizioni riguardano in modo particolare la sanità ed i servizi sociali
Anche la Provincia deve occuparsi dell'Oncologico e del piano di riordino ospedaliero. Approfondiremo anche i servizi da offrire ai più deboli, agli anziani, ai portatori di handicap».
Provincia e Regione, se dello stesso colore politico, potrebbero lavorare meglio per il rilancio del Salento?
«Bisognerà vedere quanto ci lasciano in cassa o se ci lasciano dei buchi. Sulla base delle risorse finanziarie disponibili, dunque, bisognerà affrontare le emergenze su questo territorio che vanno un po oltre gli acuti di qualche cantante lirica in disarmo. La Provincia in modo particolare dovrà affiancare la Regione nell'adeguamento dell'offerta della sanità, capire che destino deve avere l'oncologia in questo territorio. Rilanciare un piano di servizi sociali, un po' come fece la Provincia di Roma con Moffa. E poi valorizzare ll patrimonio scolastico in coerenza e continuità con le iniziative del ministro Letizia Moratti».
Sottosegretario, che giudizio dà alla gestione di Lorenzo Ria?
«E' assolutamente coincidente con quello del gruppo consiliare di An che tempo fa presentò un rapporto sul successo delle apparenze, invece che della sostanza, dell'esperienza del governo provinciale di Lorenzo Ria»
I leader del centrosinistra puntano ad erodere i consensi al centro della Casa delle Libertà. Preoccupato?
«E' legittimo che il centrosinistra cerchi un voto in più per vmcere, soprattutto nella zona di confine tra i due schieramenti. Ma i desideri non bastano, occorrono i fatti».
Ultima domanda: nel centrosinistra è aperto il dibattito sulla lista unica. C'è chi vorrebbe esportare questo modello anche alle Provinciali. Cosa ne pensa?
«Io sono abituato ad occuparmi delle vicende altrui, ma come spettatore interessato alle questioni politiche credo che sia positiva ogni iniziativa che si orienti verso ll bipolarismo. Però chiunque può nutrire perplessità per la realizzazione in tempi stretti di un'iniziativa simile nel centrosinistra, in presenza di orientamenti e sensibilità molto diverse».