ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su GAZZETTA DI MODENA (Sezione:      Pag. ) |
Martedì 10 giugno 2003 |
di Saverio Cioce Dibattito del Sap sui Centri per clandestini. Esponenti del governo e dell'opposizione a confronto sui problemi «Il Cpt a Modena resterà in funzione»
Altro che i dibattiti da Bruno Vespa. Il Porta a Porta modenese di ieri pomeriggio promosso dal Sap, il Sindacato Autonomo di Polizia, ha messo a confronto i protagonisti della legge sull'immigrazione, quella passata e quella attuale, per tirar fuori problemi e possibili soluzioni di una questione tanto spinosa quanto difficile da affrontare. Che fare con i Centri di Permanenza Temporanea? Il dibattito sul futuro della struttura di S.Anna e sul presente fatto di fughe e anche di contestazioni degli stessi agenti, è una spina nel fianco del governo di Roma e anche della giunta Berbolini. In mezzo ci sono gli agenti, chiamati a fare da guardia a un fortino abbandonato. Almeno dal punto di vista politico anche se entrambi gli schieramenti lo hanno voluto e difeso. Una contraddizione? «Neanche per un pò - ha spiegato il segretario generale del Sap, Filippo Saltamartini - Noi poliziotti sosteniamo con forza il binomio integrazione - legalità. Al di fuori della legge, che deve valere come garanzia per tutti, non ci può essere una cittadinanza attiva. La metà dei detenuti italiani, circa 23 mila persone, sono stranieri condannati o in attesa di giudizio per reati gravissimi». «I Cpt - ha aggiunto Gianni Tonelli, segretario nazionale Sap - servono a separare gli immigrati che cercano un'occupazione da quelli che usano l'Italia come base per le imprese criminose. I Cpt funzionano, nonostante i limiti. In Italia sono 15-20, in Francia sono 50: questo significa che dobbiamo fare di più e meglio, trovando anche un sistema di premi anzichè di sole repressioni per chi rimpatria volontariamente». Obbiettivi tutt'altro che estremisti e nella sala gremita in ogni ordine di posti applausi e consensi si toccavano con mano. «La strada battuta dal governo è quella di bloccare le rotte all'origine anzichè ai nostri confini o in mare - ha spiegato il viceministro degli Interni, Alfredo Mantovano - E' inutile che il centrosinistra ci accusi di fare poche trattative con i paesi di provenienza: noi li applichiamo. Così è stato con l'Egitto che adesso blocca i clandestini che arrivano nel canale di Suez dallo Sri Lanka, così sarà fatto con l'Unione Europea, cercando di evitare che gli sforzi finanziari ricadano solo sull'Italia. Quanto alla polizia di frontiera non si tratta di un nuovo compito ma di un coordinamento dell'esistente: alla Marina il pattugliamento delle acque internazionali, a Finanza e forze di polizia la sorveglianza di quelle italiane». «Attenzione che gli immigrati ci servono - gli ha obbiettato Giulio Santagata (Margherita) perchè senza di loro le industrie non possono andare avanti». «I Cpt servono - gli ha fatto eco Luciano Guerzoni (Ds), relatore al Senato della legge Turco - Napolitano - Lo dico da anni e quindi sono al di sopra di ogni dubbio. Però non si può scaricare solo su un territorio l'accettazione dei Cpt. Ne abbiamo uno a Modena, un altro a Bologna, si parla di un terzo a Rimini e zero nelle zone del Nordest. Servono più centri, meno affollati e più gestibili. E poi, qualcuno ha proposte migliori per la soluzione del problema?» «I clandestini - gli ha risposto il ministro Carlo Giovanardi - sono al Cpt perchè rifiutano di fornire le generalità e perchè non sono in regola coi permessi, altrimenti uscirebbero in poche ore. Dentro non sono reclusi, ma solo l'obbligo di non poter uscir fuori. Il confort è altissimo, migliore del resto d'Europa. Noi abbiamo migliorato con la Bossi-Fini in due punti marginali la legge precedente ma è inutile giocare a fare battaglie ideologiche sull'immigrazione, il problema riguarda tutti».
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