ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Il Nuovo
(Sezione:      Pag.   )
Domenica 1 Settembre 2002

di Antonio Castaldo



 

Mantovano striglia Fitto per il Gay pride .
Il sottosegretario all'Interno scrive al presidente della Puglia contestando il patrocinio all'iniziativa del 2003: "Bari non merita ques'oltraggio"


 

BARI - Il Gay Pride a Bari si terrà soltanto tra dieci mesi, nel giugno del 2003. Ma in Puglia la polemica divampa già da qualche settimana, coinvolgendo (e contrapponendo) le massime autorità civili e politiche. È di ieri la notizia di una lettera aperta inviata dal sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano (in quota ad Alleanza nazionale) al presidente della Regione, Raffaele Fitto (che invece è il leader locale di Forza Italia), "colpevole" di aver concesso il patrocinio alla sfilata dell'orgoglio omosessuale.

"Caro Fitto - ha scritto Mantovano - Bari non merita questo oltraggio; soprattutto non merita che questo oltraggio abbia il sostegno dell'istituzione che tu rappresenti". Sarebbero stati i figli dell'ex magistrato leccese ora prestato alla politica a stimolare l'autorevole padre ad intervenire per dissuadere il governatore pugliese: "I miei figli - continua infatti la lettera - mi hanno chiesto se eri la stessa persona per la quale avevo affrontato la campagna elettorale due anni or sono. Me lo hanno domandato quasi con rimprovero, come chi non si limita a vedere che il mondo è capovolto, ma scopre che il capovolgimento è avallato da un'autorità alla quale avevano guardato in modo positivo". Ma il sottosegretario non si limita all'antropologia: "Personalmente sono indignato, perché non riesco a immaginare le ragioni per le quali un importante ente territoriale guidato dal centrodestra debba sostenere un'iniziativa che fino all'edizione di Padova, del giugno scorso, la Cdl ha sempre con fondatezza osteggiato".

Il problema va oltre i diritti personali: "Non è in discussione la libertà di opinione; è in discussione la condivisione della pubblica ostentazione dell'immoralità, del pubblico dileggio, al limite del vilipendio delle persone e dei simboli della religione, della pubblica e sguaiata proposizione di comportamenti osceni, come se fossero modelli da seguire".

Due anni fa, in occasione del Gay pride "giubilare", fu il presidente della Regione Lazio Francesco Storace a sollevare un gran polverone. In quell'occasione aveva come principale antagonista un governo di centro sinistra, e soprattutto l'allora sindaco Francesco Rutelli. Il Polo da un lato, il Vaticano dall'altro, ma soprattutto sotto il pressing costante di Storace, anche il liberal Rutelli dovette cedere, ritirando la sponsorizzazione del Comune.

Questa volta, in una città e in una regione governata dal Polo, la polemica si svolge all'interno dello stesso schieramento. Nelle scorse settimane, gli strali di An, dei consiglieri comunali ma anche di un senatore molto sensibile a questi temi, Ettore Bucciero, andarono a colpire proprio Palazzo di Città, sede dell'amministrazione comunale. Ed i particolare contro il sindaco Simeone Di Cagno Abbrescia, a sua volta in quota a Forza Italia, accusato di aver autorizzato lo svolgimento della colorata manifestazione per le vie della città di San Nicola.

Al momento Fitto non vuole nemmeno commentare la missiva avvelenata di Mantovano. L'Arcigay barese gongola per la grande pubblicità "regalata" all'evento dalle stesse persone che vorrebbero impedirne lo svolgimento. E intanto in città cresce l'attesa: "Ma che sarà mai sto Gay Pride?"


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