ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su il Nuovo
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Martedì 27 Agosto 2002

di Simone Navarra


 

"Esquilino, polveriera pronta ad esplodere"
Una rissa da strada, avvenuta sabato pomeriggio, fa di nuovo riaccendere la polemica nella zona più multietnica della Capitale. "Qualcuno vuole il male di questa zona".


 

ROMA - La battaglia dell'Equilino. "Serve il poliziotto di quartiere", attaccano gli uni. "I bengalesi a via Ricasoli e via Mamiani. Gli africani a via Lamarmora. I cinesi dappertutto. Qui per gli italiani quasi non c'è posto" è il coro degli altri. "Il razzismo è un serpente e non si riconosce al primo passo", risponde in molte lingue chi del rione ha fatto la sua casa. Illumina quel che dice il presidente dell'associazione Porta magica, Angelo De Florio: "Succede sempre qualcosa. Sembra che qualcuno voglia il male di questa zona e tutto per quanto è accaduto sabato pomeriggio. Da un'altra parte sarebbe stata soltanto una rissa da strada e qui invece..."

I fatti. Due giovani a bordo dei rispettivi motorini, con le buste della spesa a tracolla, percorrono tranquillamente via di Porta Maggiore. Sono i fratelli Torrisi, Alessandro e Luca. Il primo è un poliziotto e il secondo è un disegnatore di cartoni animati. Abitano in via Turati, devono fare meno di cinquecento metri e portano acqua, olio e pasta alla madre. A un certo punto un'automobile gli chiede strada e li supera. Al semaforo successivo la raggiungono, la superano di nuovo, ma al verde la macchina scatta in avanti, passa sopra una pozzanghera e schizza Alessandro che raggiunge di nuovo l'auto, chiede spiegazioni al guidatore e gli parcheggia il motorino davanti. Impedendogli di procedere.

L'azione è repentina, agitata. Tipica di una lite per motivi stradali. I toni sono accessi. Nell'auto ci sono due cittadini bengalesi, fra cui il presidente dell'associazione Bangladesh, Mohamad Golam Kibria. E' un uomo conosciuto in zona e non appena i suoi connazionali vedono che è coinvolto in una rissa scattano in sua difesa. In pochi minuti accerchiano il "molestatore" e lo gettano a terra picchiandolo. Qualcuno per fortuna chiama la polizia. Sul posto accorrono in pochi secondi alcune volanti. Tutto sembra finito, ma quando gli agenti portano interpreti e comparse al commissariato, a due passi da piazza Dante e dalla sede dell'associazione bengalese è di nuovo il caos.

Arriva la sera e tutto si conclude. Tre bengalesi sono stati denunciati e Alessandro Torrisi è stato invece portato in ospedale. La tranquillità sembra tornata nel rione che "dal trasferimento del mercato di piazza Vittorio aspetta che venga riqualificato appieno", come dicono dall'associazione dei cittadini "Il cielo sopra l'Esquilino". Ma il problema non è risolto per niente. Secondo i bengalesi le cose sono andate diversamente. Tanto che oggi per protesta la comunità tutta ha tirato giù, tra le 11 e mezzogiorno, le serrande dei negozi e delle botteghe. E domani verrà presentato un'esposto "affinchè sia la magistratura a chiarire la vicenda", come ripete lo stesso Kibria.

La polemica. Tra Colle Oppio e via Emanuele Filiberto c'è tensione. Federico Mollicone, consigliere del I municipio di An, spiega: "C'è un clima che sarebbe meglio non respirare. Nel recente passato c'è stata contrapposizione, ma non si era mai arrivati a una cosa simile. E forse questa estate quando abbiamo chiesto al sottosegretario Mantovano di applicare in modo esemplare la Bossi-Fini sull'immigrazione non era così sbagliato". Dino Frisullo, presidente dell'associazione "Senza confine" risponde: "Sono stati usati due pesi e due misure fra italiani ed immigrati: un fatto che già in altre città come Los Angeles ha contribuito alla crescita del razzismo ed alla nascita di un sentimento di sfiducia da parte degli stranieri nei confronti delle forze dell'ordine. Una cosa che rischia di avvenire anche da noi, se non sarà fatta chiarezza".


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