ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su la Padania
(Sezione:      Pag.   )
Sabato 17 Aprile 2004

 

 

 

 Evade killer in licenza premio: catturato

Ergastolano (decapitò un 17enne), girava armato di pistola e aveva già tentato estorsioni


 

LECCE - Nonostante avesse assassinato un giovane, decapitandolo, e sebbene fosse un mafioso condannato all'ergastolo era in licenza premio, Giovanni Maiorano, 49 anni, quando, qualche giorno fa, si è dileguato nel nulla. La latitanza è durata poco e l'ex affiliato alla "Sacra corona unita" è tornato nel luogo che non avrebbe mai dovuto lasciare: la prigione. Aveva deciso diversamente il Tribunale di sorveglianza di Campobasso che gli aveva concesso una "vacanza" per le festività pasquali, ovvero la libertà per sette giorni, dal 9 al 15 aprile. Maiorano, condannato all'ergastolo per un cruento omicidio compiuto nell'ambito della guerra tra clan contrapposti della mafia pugliese, era ritornato così nel Salento per trascorrere le sue "ferie" e qui si era presto reso irreperibile.

Nel pomeriggio del 13 aprile, a quanto si è appreso, avrebbe compiuto due tentativi di estorsione ai danni di due fratelli commercianti di San Donato di Lecce, suo paese natale. In seguito alla denuncia presentata contro di lui ed al mancato rispetto dell'obbligo della firma da apporre nella caserma dei carabinieri, gli è stato revocato il permesso. Ma poco importava all'ex membro del "Scu" ormai a piede libero, lontano dalla sua cella e con in tasca una pistola Tokarev" calibro 9.

Solo grazie al lavoro degli agenti della questura di Lecce, che lo hanno sorpreso mentre a bordo di una "Fiat Punto" guidata dal cognato transitava sulla strada Casarano-Taurisano, l'evaso è stato catturato.

Vicino al clan Tornese, Giovanni Maiorano fu arrestato per l'omicidio di Cristiano Mazzeo, ucciso nel novembre del '90 a San Donato a soli 17 anni: il ragazzo fu decapitato. Poco dopo Maiorano cominciò a collaborare con i giudici della Dda di Bari ed a dare indicazioni su mandanti ed esecutori degli omicidi compiuti nel '90 di Antonio Pascali e Iolanda Sperti. Questo forse spiega la decisione del Tribunale di Sorveglianza di concedere un permesso premio all' omicida collegato a una delle più potenti organizzazioni criminali pugliesi. Dopo la cattura del mafioso, l'on. Alfredo Mantovano, sottosegretario all'Interno con delega alla Pubblica sicurezza, ha espresso al questore di Lecce, Francesco Zonno, al responsabile della squadra mobile, Massimo Gambino, e a tutto il personale «le più vive felicitazioni» per l'arresto dell'uomo, ma nessuna dichiarazione è stata fatta sulla libertà concessa al mafioso assassino.


    

 

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