ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su GAZZETTA DI PARMA (Sezione: e Pag.   ) |
Domenicaì 11 gennaio 2004 |
Pisanu: «Episodio gravissimo ma sporadico»
Il ministro: La sciagura non deve intaccare la collaborazione fra Roma e Tirana
ROMA - «Un fatto gravissimo e doloroso, che suscita tanta pietà umana per le vittime, quanta esecrazione per gli organizzatori del viaggio». Il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu interviene sull'ennesima sciagura avvenuta in mare con venti clandestini morti assiderati durante il viaggio della speranza alla volta dell'Italia. «Tuttavia è un fatto sporadico che non può intaccare la collaborazione tra l'Italia e l'Albania contro l'immigrazione clandestina e il traffico di esseri umani», precisa il responsabile del Viminale. Insomma, dolore a parte per la perdita di altre vite umane, il rapporto d'intesa tra i due Stati deve proseguire. Soprattutto per fronteggiare l'emergenza profughi: «questa collaborazione - aggiunge Pisanu - negli ultimi due anni ci ha praticamente consentito di azzerare i traffici illegali nel Canale d'Otranto, questa tragedia è un'ulteriore conferma della decisione assunta dall'Onu con i protocolli di Palermo, secondo i quali l'immigrazione clandestina deve essere equiparata al traffico di esseri umani». Il canale di Otranto è una rotta che sembrava ormai poco battuta dagli scafisti. Gli accordi bilaterali sottoscritti tra Italia ed Albania avevano infatti finora dato importanti risultati e da oltre un anno era stato arrestato lo stillicidio di sbarchi di clandestini sulle coste pugliesi. Il naufragio del gommone al largo di Valona l'altra notte, costato la vita a 20 albanesi, ripropone dunque un problema che sembrava superato. Tuttavia il ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu, parla di «fatto sporadico che non può intaccare la collaborazione tra l'Italia e l'Albania contro l'immigrazione clandestina ed il traffico di esseri umani; una collaborazione che negli ultimi due anni ci ha praticamente consentito di azzerare i traffici illegali nel canale d'Otranto». Nel 2003 erano stati pochi i gommoni o carrette del mare a tentare di raggiungere le coste pugliesi. Nei primi 11 mesi dell'anno, secondo il bilancio della legge Bossi-Fini reso noto dal sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, i clandestini bloccati in Puglia sono stati 137, contro i 3.363 dei primi 11 mesi del 2002 e gli 8.244 dello stesso periodo del 2001. I dati evidenziano così un crollo degli arrivi dall'Albania, in seguito all'applicazione degli accordi di collaborazione tra i due Paesi. Accordi che prevedono un più rigido controllo delle autorità albanesi, con attenta vigilanza sui porti tradizionali punti di partenza per l'Italia (Valona in testa), indagini approfondite sui sodalizi criminali che gestiscono il traffico che hanno portato ad arresti ed al sequestro di diverse imbarcazioni. In questa attività preventiva sono coinvolte anche le autorità italiane, nella consulenza, l'assistenza e l'addestramento delle forze di polizia albanesi, che vede la partecipazione della Guardia di finanza con un nucleo centrale a Tirana e nuclei territoriali anche a Durazzo e Valona. A far calare la pressione migratoria ha poi contribuito una semplificazione delle procedure per ottenere il visto per l'Italia. Tutto ciò ha portato le organizzazioni criminali che gestivano la tratta dei clandestini ad investire in altri settori più redditizi (contrabbando, droga, prostituzione).
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