ALFREDO
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Articolo pubblicato su Il Piccolo di Trieste | Sabato 16 marzo 2002 |
Fini: la legge sulle droghe
va rivista. Senza distinzioni
fra «leggere» e «pesanti»
VIENNA «Al momento è il pretore che ha la discrezionalità di decidere se una quantità di droga trovata sia da considerare per uso personale o per spaccio. Bisogna rimettere dei limiti». Il vicepresidente del Consiglio, Gianfranco Fini, intervenuto a Vienna per partecipare alla seduta conclusiva della 45esima sessione della Commissione stupefacenti delle Nazioni Unite, ribadisce che «l'Italia è in prima linea nella lotta contro la droga» e sottolinea la necessità di rivedere la legge sulla droga in quanto dopo il referendum radicale dell'93 che ha eliminato il criterio della dose minima giornaliera «c'è un buco legislativo da colmare.
Il vicepremier individua tre direzioni: «Non bisogna soltanto reprimere, ma prevenire e soprattutto recuperare chi è caduto nel tunnel della droga e ridargli la dignità». Per Fini «non ci deve essere nessuna distinzione nel combattere le droghe leggere e quelle pesanti. Giuseppe Fioroni, dell'esecutivo della Margherita, ha replicato a Fini. «Vorrei ricordargli che purtroppo l'occasione di fare quello che oggi auspica l'ha già avuta di recente quando è stata presentata dall'Ulivo una mozione, condivisa dal governo, che ribadiva sia l'importanza della prevenzione, del reinserimento, della tutela della dignità delle persone e quella delle pene alternative proprio per raggiungere la finalità del recupero. Ma - ha accusato Fioroni - tutto questo è stato affossato dalla maggioranza perchè per combattere il narcotraffico e prendere i pesci grossi, vi si invitava a rivedere la normativa su rogatorie internazionali e mandati di cattura europei».
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