ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su il Piccolo di Trieste (Sezione: Pag. ) |
Martedì 25 Marzo 2003 |
Maria Berlinguer
Chiusura da parte della Lega: «Meno ne arrivano e meglio è». Sui profughi la maggioranza si spacca
ROMA - L’emergenza profughi spacca la maggioranza, con la Lega che per bocca del capo di gabinetto del leader Umberto Bossi, Francesco Speroni invita l’esercito di disperati in fuga dalle bombe e dai massacri a fermarsi «in altri Paesi musulmani come, per esempio, la Giordania, la Siria o il Libano», evitando le nostre coste. L’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Acnur, fa sapere che per ora la situazione è ancora calma. Nessuna ondata di iracheni in fuga è stata segnalata alle frontiere con Siria, Turchia, Iran e Giordania. La Caritas segnala invece la fuga di 1300 famiglie da Mosul e comincia la raccolta dei fondi per organizzare centri di accoglienza e distribuzione di cibo e medicine. In Italia però è come se l’emergenza fosse già scattata. «Meno ne arrivano meglio è», premette Speroni, il più stretto collaboratore del ministro delle Riforme. Il capo gabinetto di Bossi ci spiega poi come si distingue un vero profugo da un semplice disperato. Per l’esponente leghista il passaporto di vero profugo può essere concesso solo a chi si ferma nel primo paese che incontra, altrimenti non dobbiamo parlare di profughi ma di «turisti che scelgono dove andare». Le parole della Lega gelano a metà pomeriggio la stessa maggioranza di governo. Le posizioni sulla presumibile catastrofe umanitaria che seguirà al conflitto in Iraq confermano le stesse sensibilità che si manifestarono sulla legge Bossi-Fini sull’immigrazione. «Sarebbe disumano e impensabile chiudere le porta a chi fugge dal proprio Paese e dalla morte per venire in Italia», avverte Rocco Buttiglione. Per il ministro delle politiche comunitarie gli iracheni debbono essere accolti e rimandati nel loro Paese a guerra finita. Buttiglione conferma che l’argomento sarà affrontato in sede europea. Dalla Unione europea, fa sapere, è stata già emanata una direttiva comunitaria. Il governo dovrà approvarla nei prossimi giorni. «Quello dei profughi dall’Iraq non è soltanto un problema di casa nostra ma una questione che andrà gestita sotto l’egida e le strutture di accoglienza delle Nazioni Unite che daranno regole alle quli ci atterremo», aggiunge il ministro Maurizio Gasparri, di Alleanza Nazionale. Per Gasparri fa testo l’intervista del sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano. «Il diritto d’asilo non è in discussione per chi è in fuga dalla guerra», aveva detto senza mezzi termini il sottosegretario con la delega all’immigrazione. «Non potremo comunque respingere i profughi dato che questo tipo di emergenze sono regolate dalla convenzione internazionale di Dublino che il nostro governo ha firmato e che ci vincola ad un certo comportamento», aveva aggiunto. Durissima l’ex ministro dei Ds Livia Turco. «Il governo la smetta con questo teatrino indecente - ha detto infuriata la Turco - un teatrino per cui Bossi dice no ai profughi e Buttiglione annuncia non si sa quali leggi e predisponga un piano serio per l’accoglienza dei profughi». Frattini «si dice attonito per le critiche? Siamo noi ad essere attoniti per la sua reticenza. Il governo infatti nega l'evidenza: siamo di fronte ad una totale incapacità di mettere in campo una qualsiasi forma di politica estera che possa definirsi indipendente». Lo ha dichiarato il presidente dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio, che ha aggiunto: «In questi giorni drammatici dal governo non abbiamo sentito una parola non dico per la pace che sarebbe troppo, ma nemmeno per i profughi. Anzi, proprio sul dramma umano dei profughi sono giunte ben chiare le parole indecenti del ministro Bossi». .
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