ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Il Piccolo di Trieste Mercoledì 27 febbraio 2002



IMMIGRAZIONE

Clandestini reticenti, pene miti
Slitta a oggi l’approvazione finale in Senato della legge


 

ROMA - Non si è arrivati ieri al voto finale al Senato della legge sull’immigrazione, com’era nelle previsioni della maggioranza. L'assemblea di Palazzo Madama riprenderà oggi l'esame del provvedimento che potrebbe arrivare solo stasera all’approvazione per poi andare all'esame della Camera.

I senatori sono ancora alle prese con gli emendamenti all'articolo 15 della legge, che è composta da 24 articoli. Anche ieri, come del resto anche nelle sedute della scorsa settimana, l'Ulivo, in particolare i Verdi, hanno opposto uno scientifico ostruzionismo chiedendo spesso e volentieri la verifica del numero legale, che peraltro non è mai mancato, e il voto elettronico per ogni emendamento.

A seguito delle norme varate ieri sarà un problema non facile identificare nel nostro Paese i clandestini che delinquono e che, privi di documenti, rifiutano di farsi identificare. L'assemblea di Palazzo Madama ha infatti respinto un emendamento all'articolo 12 della legge sull'immigrazione, proposto da diversi senatori dell'Ulivo, primo firmatario il diessino Valter Vitali.

Il dibattito su questa proposta di modifica è stato a tratti sorprendente rispetto alle tradizionali posizioni politiche su questo argomento, perchè si è assistito a una vera e propria inversione dei ruoli. L'Ulivo chiedeva, infatti, che fossero aumentate le pene per i clandestini che non si lasciano identificare: dagli attuali sei mesi fino ad un massimo 5 anni. In questo modo sarebbe scattata la custodia cautelare e alla mancata identificazione sarebbe seguita la reclusione, impossibile invece con una pena massima di sei mesi. Nelle intenzioni dell'Ulivo gli autori di reati più gravi come violenza sessuale, furto in abitazione, spaccio di stupefacenti e sfruttamento della prostituzione avrebbero potuto così essere assicurati alla giustizia e processati anche se con identità da accertare. La proposta è stata però bocciata dal governo e dalla maggioranza. Il sottosegretario agli Interni, Alfredo Mantovano, ha prima invitato Valter Vitali a ritirare l'emendamento, poi ha confermato il no dell'esecutivo. Secondo il rappresentante del Governo «si tratta di una materia molto complessa e soprattutto c'è un problema di equilibrio e di proporzione delle sanzioni rispetto ai comportamenti illeciti». Come dire: cinque anni di reclusione per chi si rifiuta di fornire un documento è davvero troppo.

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