ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su Il Piccolo di Trieste | Sabato 30 marzo 2002 |
Rino Farneti
Migliaia di clandestini verso l’Italia
ROMA - Servizi in allarme, mobilitazione nei centri radar di sorveglianza della Marina militare ed al tempo stesso copertura radar totale e ricognizione aerea. Da Ankara Mehmet Terzioglu, direttore del centro investigativo sull'immigrazione clandestina, segnala all'Interpool un convoglio di 15 navi che dall'Oriente fa rotta sul canale di Suez: «Abbiamo saputo - ha detto il funzionario turco - che oltre 15 navi probabilmente dirette in Italia stanno aspettando nel Canale di Suez. Se ciascuna di esse porta 1000 clandestini, il totale fa 15 mila». Ma dal ministero della Difesa ridimensionano l'allarme: al momento nessun avvistamento. La segnalazione turca fa seguito a quella giunta due settimane fa da Cipro. Anche la polizia di frontiera dell'isola aveva raccolto vari segnali sull'avvicinarsi all'Europa di alcune decine di vecchie carrette. Per altro negli ultimi 30 giorni tra Catania e Siracusa sono sbarcati 156 curdi, su tre vecchie carrette, dopo un viaggio cominciato 40 giorni prima da Ceylon, su una rotta di 4.500 miglia. E l'allarme immigrazione giunge, inoltre, nel momento di massima tensione nel vicino Oriente. Lo scontro tra palestinesi e israeliani non è mai stato così aspro. Le prime reazioni all'annuncio della nuova pressione sulle frontiere dell'Europa vengono dalla Lega. Borghezio ed il capo di gabinetto di Bossi, Speroni, chiedono un intervento italiano per «ricacciare» indietro la nuova ondata di immigrazione in Europa. «Certo che se dipendesse dalla Lega- ha osservato Speroni- manderei i servizi segreti a sabotarle in mare aperto, magari quando sono vicine alle coste di un altro Paese». Ma il sottosegretario all'Interno Mantovano ha chiarito che la Marina può solo soccorrere i clandestini, evitare che le carrette affondino facendo delle vittime. Il problema è delicato e su questa emergenza sono esplose negli ultimi tempi vivaci polemiche. Giovedì il Capo di stato maggiore della Marina aveva segnalato il consolidarsi di una nuova rotta che dal sub-continente indiano punta su Suez per raggiungere le coste dell' Italia meridionale, «la spiaggia d'Europa». Al tempo stesso l'analisi esclude la possibilità concreta di contrasto in mare. Lo scenario è noto: quando i «pirati» si rendono conto di essere sotto controllo militare sabotano i motori delle vecchie carrette. A questo punto motivi umanitari costringono chi dà la caccia ai pirati di soccorrere il popolo disperato che ad essi si affida.
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