ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su Il Giornale del Popolo | Martedì 30 aprile 2002 |
Maurizio Blondet
Avvenire - Perseguire i colpevoli non sporcare l'istituzione
Era proprio necessario l'arresto degli otto agenti a Napoli?, si domanda l'onorevole Mantovano, ed ex magistrato. Sommessamente, ci associamo. Su questa vicenda è meglio avanzare domande: per prudenza e per inquietudine civile. Bisognava arrestarli quei poliziotti, a 15 mesi dalla flagranza del supposto reato? A sorpresa, ossia senza avviso di garanzia che li avesse edotti di essere indagati? Scusino i signori procuratori dell'ardire: non porremmo la domanda, se non avessimo constatato una certa abitudine a ricorrere all'arresto preventivo, ossia alla violazione della libertà personale con molta disinvoltura. Come cittadini, ci ostiniamo a credere che la libertà personale sia un diritto primario, e che la sua privazione vada gravemente motivata. Lo era? Possiamo confessare, senza incorrere nelle pene previste, un certo malessere civile? Scusate la nostra debolezza: ma avete arrestato in massa agenti di polizia, una categoria che noi cittadini ci ostiniamo a credere custode dell'ordine pubblico. Ciò non implica - ben inteso - che li vogliamo impuniti, se eccedono nella repressione e commettono sopercherie. Ci guardiamo dal biasimare altri che gli agenti maneschi, eccessivi, prevaricatori. E ci associamo nel biasimo corale di quegli agenti che, a protesta per gli arresti dei loro colleghi, si sono ammanettati attorno alla Questura di Napoli. Come hanno scritto alcuni giornali di sinistra, è un gesto «eversivo» e «inaudita» di funzionari di Stato contro l'istituzione giudiziaria. Sì. Ma ci si consenta l'ultima domanda: non è che qualcuno avrà dato, prima, il cattivo esempio? Ci vengonoe in mente rivolte togate, di funzionari inamovibili e insindacabili, e mille altri esempi di rivolte di corporazioni pubbliche: molto più potenti e impunite dei poveri agenti.
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