ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato SU QN La Nazione Il Giorno Il Resto del Carlino (Sezione: Interni Pag. 6 ) |
Giovedì 31 ottobre 2002 |
dall'inviato Sandro Bennucci
Pisanu: «Un rinvio?
Ormai è troppo tardi»
ROMA — Agenti e carabinieri sono pronti a partire per Firenze. Con l'obiettivo di proteggerla nei giorni del Social forum. Significa che dal Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica, riunito ieri sera al Viminale, non è stato lanciato nessun contrordine. Il ministro Beppe Pisanu vuole andare avanti: nonostante i rischi annunciati da lui stesso, per due volte in otto giorni a Montecitorio, e, soprattutto, vuol procedere nonostante le perplessità di Silvio Berlusconi. Col quale dovrà confrontarsi stamani nel Consiglio dei ministri. Le motivazioni Due i motivi che consigliano Pisanu a non rinviare, né spostare il meeting. Il primo è tecnico: il pericolo che scoppino proteste e focolai d'incidenti un po' in tutt'Italia da parte dei centri sociali e dei movimenti antagonisti. E col clima di terrorismo che si respira basterebbe poco per provocare esplosioni di violenza difficili da controllare. Il secondo motivo è politico: ieri il leader della Quercia, Piero Fassino, e il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, hanno inviato segnali precisi, dicendosi disposti ad assumersi responsabilità dirette sullo svolgimento della manifestazione. E sarà con questi due argomenti forti che il ministro si siederà stamani al tavolo col premier e con i colleghi, molti dei quali nettamente divisi sulla scelta da fare. Sia chiaro: Pisanu sa bene che lo svolgimento del meeting può richiedere il pagamento di un alto prezzo a danno di Firenze e dei suoi abitanti, ma è altrettanto consapevole dei problemi che gli si presenterebbero subito con un rinvio e uno spostamento. Il supervertice sulla sicurezza è durato un paio d'ore. C'erano il sottosegretario Alfredo Mantovano, il capo della polizia, Gianni De Gennaro, il prefetto di Firenze, Achille Serra, il questore Giuseppe De Donno. E le valutazioni di tutti questi specialisti dell'ordine pubblico sarebbero state unanimi: spostare il Social forum, a questo punto, porterebbe soltanto problemi aggiuntivi. Anche pratici e non necessariamente legati a eventuali incidenti. Esempio: come fermare in tempo le migliaia di partecipanti che si stanno mettendo in viaggio da tutt'Europa? E ancora: chi dovrebbe accollarsi gli oneri per le spese comunque già sostenute? Dovrebbero essere risarciti gli albergatori fiorentini che hanno riservato quasi diecimila camere ai no global che possono spendere, dopo aver annullato le richieste degli altri turisti che sarebbero venuti a Firenze nello stesso periodo se non ci fosse stato il Social forum? Ma è evidente che i timori più seri vengono dalle possibili reazioni dei movimenti antagonisti che stanno aspettando da mesi quello che per loro è «il grande appuntamento». Non a caso, la delegazione italiana si batté fino in fondo, durante il Social forum mondiale di Porto Alegre, per avere il meeting europeo nel Bel Paese. Dunque, se dovesse prevalere la tesi dello spostamento, portata avanti con gran determinazione da Berlusconi potrebbero accendersi, qua e là per l'Italia, tanti preoccupanti fuochi di protesta. Quei «fuochi», secondo il ministro Pisanu e gli esperti del Comitato nazionale per l'ordine pubblico, potrebbero essere più difficili da gestire anche rispetto a cinque giorni di Social forum a Firenze.
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