ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su Nuovo Quotidiano di Puglia (Sezione: LECCE CRONACA Pag. 13) |
Venerdì 29 ottobre 2004 |
di VINCENZO MARUCCIO Elezioni suppletive Mantovano attacca: «Barba non era il migliore candidato. Non chiamiamo risorsa politica chi è stato per altri risorsa elettorale
I giorni dell' IRA
Alfredo Mantovano contro Vincenzo Barba. Alfredo Mantovano contro gli alleati di Forza Italia. Si toglie un bel po' di sassolini dalle scarpe il sottosegretario agli Interni ora che i sospetti e i trasversalisirni sono diventati resa dei conti nella Casa delle Libertà uscita sconfitta dalle elezioni suppletive contro Lorenzo Ria: «Abbiamo commesso grossi errori e Barba-non era il migliore candidato possibile. Ammettiamolo e non torniamo a parlare di lui come della risorsa politica del Polo per le prossime elezioni politiche». Della serie: «Basta con le ipocrisie e chiediamo scusa ai nostri elettori». Duro e tagliente. Così ha parlato e, prendendo carta e penna, è ritornato anche sul "luogo del delitto": quella primavera del 2001 quando, a sentir lui, non tutta Forza Italia, in quel di Gallipoli, si spese per la sia cadidatura. «Basta con l'ipocrisia dice Mantovano - e - non è vero che il colleggio 11 era ineluttabimente di sinistra. Non lo era nel 2001: se all'epoca il centrodestra avesse conseguito a Gallipoli lo stesso risultato di oggi - così come era accaduto per le elezioni comunali - l'esito comples sivo sarebbe stato diverso. Ma l non è andata così per le ragioni t a tutti note e delle quali qualche dirigente di forza Italia dovrebbe ricordarsi. Mantovano senza peli sulla lingua e questa volta con l' "autorevolezza" da nuovo coordinatore regionale di An a far capire che è il partito che, in Puglia, la pensa così. Compreso, dicono i bene informati, lo stesso Gianfranco Fini che, appena un mese fa, gli ha assegnato il compito di trattare "alla pari" con Raffaele Fitto. «Anche nel collegio di Gallipoli-Casarano - scrive Mantovano - il centrodestra ha perso e con un distacco di gran lunga superiore a' quello delle politiche del 2001. Ha perso per errori connessi alla scelta de candidato che dovrebbero essere approfonditi -insieme dai partiti pIUttosto che con dichiarazioni noiosamente identiche ai commenti delle ultime amministrative. È il caso di affrontare la riflessione e di non limitarsi ad annunciarla: chiedo al presidente Fitto di promuovere al più presto, già la prossima settimana, un'assemblea dei quadri dei partiti che già lo stanno sostenendo per le prossime regionali per avviare seriamente il dialogo interno allo schieramento. Intendiamoci: se non lo ritenesse utile, An proseguirà il suo lavoro senza problemi». Basta, allora, con gli errori: questo è il messaggio dei vertici di An. «E certamente si perseve ra nell'errore - aggiunge Mantovano - se si contmua a ripetere, dopo una sconfitta così pesante, che il candidato era il migliore a tal punto che alle prossime elezioni sarà ricandidato. Personalmente ho evitato di intervenire sulla indicazione del candidato l'essere stato quel concorrente il principale sponsor di D'Alema nel 2001 mi poneva in un evidente, 'imbarazzante e non voluto conflitto di interessi. Per questo non sono andato a sostenere quel candidato e credo che anche in politica non si possa rimproverare nessuno se tenta di rispettare un minimo di dignità personale. Peraltro, avendo per~ so nel 2001, non vedo quale contributo aggiuntivo avrei potuto portare» . Questo dice e non si fa pregare, Mantovano, se c'è da rincarare la dose: «Non è vero, nel rispetto della gente che vota, che il candidato presentato era il migliore possibile. Il verdetto impone di riconoscere con onestà che abbiamo sbagliato, che per questo dobbiamo chiedere scusa alla gente e che dobbiamo ritrovare le ragioni dei recenti successi, del centrodestra». Con il rinnovato invito conclusivo «al mio partito e ai partner della coalizIOne l'invito a guardare ai problemi concreti. L'avvio può coincidere proprio con l'assemblea che prima proponevo, dalla quale dovrà seguire il confronto fra le nostre proposte e la gente che lavora evitando di continuare a considerare risorsa politica chi è stato, per altri, più o meno consistente risorsa di sostegno elettorale».
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