ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su Il Quotidiano della Calabria (Sezione: Pag. ) |
Domenica 16 gennaio 2005 |
Per Bonino non è un caso che la decisione sia stata definita saggia sia dalla destra che dalla sinistra
Fecondazione: «Sentenza politica»
ROMA - I Radicali tornano a stigmatizzare la decisione della Corte Costituzionale sui referendum sulla fecondazione. Una decisione ritenuta "politica" da Emma Bonino e non nuova "rispetto all'andazzo della Corte degli ultimi venti anni, che si è sempre più posta come un organismo politico". Non a caso, ha tenuto a precisare l'europarlamentare, questa scelta è stata salutata "dalla destra come dalla sinistra, a parte alcune colleghe di Rifondazione comunista, come una decisione saggia". Il compito che si prefiggono ora i Radicali è quello di trasformare "l'indignazione in speranza attiva. La strada è lunga - ha spiegato Bonino - e si delinea nell'eventuale passaggio parlamentare e soprattutto nell'obiettivo 'tutti al mare', cioè la scelta di data per il voto che dovrebbe essere il 12 giugno". Molto duro il commento di Marco Pannella. "La mia indignazione è dovuta allo scandalo della scontatezza - ha detto senza mezzi termini - nei giorni scorsi avevo previsto che avrebbero approvato i quattro quesiti, tranne il nostro. Questa è una delibera scontata". "Andiamo convinti verso una battaglia per abrogare il più possibile una legge iniqua che colpisce le donne su un punto fondamentale, come quello della maternità" ha affermato il leader dei Comunisti italiani, Oliviero Diliberto. E i Verdi, per voce del presidente Alfonso Pecoraro Scanio, chiedono che non ci sia "nessun inciucio in Parlamento per salvare una legge proibizionista che va abolita". "Per difendere i diritti, tutelare le donne e impedire che venga frustrato il desiderio di maternità - conclude il leader del Sole che Ride - rifiutiamo ipotesi di accordo al ribasso in Parlamento". Sulla stessa linea il presidente dello Sdi, Enrico Boselli, che dice "no ai pasticci in Parlamento". Ritengono "inemendabile" la legge 40 sulla fecondazione medicalmente assistita Titti De Simone e Tiziana Valpiana di Rifondazione e anche per loro "sono da abbandonare" le eventuali tentazioni di trovare un accordo in Parlamento per modificare il provvedimento dopo la decisione della Consulta. Un appello perché i referendum sulla fecondazione artificiale, "per evitare i quali non ci sono né i tempi né l'opportunità, non si trasformino, come dicono taluni, in 'guerra di religione' o nella 'spaccatura del paese'" è stato lanciato da Alfredo Mantovano, responsabile del Dipartimento per i problemi dello Stato di An. Sempre per An, Riccardo Pedrizzi ritiene che "la domanda da porsi non è se è possibile 'migliorare' in Parlamento la normativa appena approvata, ma se sia opportuno peggiorarla. Perché ogni modifica in direzione delle esigenze di evitare il referendum dovrebbe essere per forza di cose peggiorativa". Allo stesso modo il capogruppo dell'Udc, Luca Volonté, "non vede come sia possibile arrivare a modificare la legge sulla fecondazione assistita in modo realmente migliorativo. Ogni tentativo di intervenire sulla normativa per evitare i referendum risulterebbe, tra l'altro, poco corretto e ancor meno coerente nei confronti dei cittadini a cui verrà chiesto, nei prossimi mesi, di esprimersi sui referendum che riguardano una sfida di civiltà e non certamente un conflitto tra laici e cattolici".
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