ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su Il Quotidiano della Calabria
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Giovedì, 21 ottobre 2004

 

Approvate dal Senato le modifiche alla legge Bossi-Fini ma le opposizioni e il Csm hanno bocciato il decreto: «Militarizza il ruolo dei giudici di pace»

 

 «Oltre 2 milioni i regolari»

Le cifre fornite dal ministro dell'Interno Pisanu


 

ROMA - Sulle modifiche alla legge Bossi-Fini in materia di immigrazione si riaccende il dibattito politico. Mentre il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, ha snocciolato ieri tutte le cifre aggiorante sui 2 milioni 193 mila 999 i cittadini stranieri che vivono regolarmente in Italia, la maggioranza, pur inasprendo le pene per i clandestini, cerca di accelerare i tempi dei permessi di soggiorno.

Recependo i rilievi mossi dalla Corte Costituzionale, l'assemblea di Palazzo Madama ha infatti dato il prima via libera al decreto legge che prevede non solo il passaggio di competenze dal giudice ordinario al giudice di pace per la convalida del provvedimento di espulsione ma anche l'istituzione di centri di accoglienza nei Paesi di origine e, novita', la possibilita' di espletare le pratiche per i permessi di soggiorno alla Posta e alle esattorie delle banche, previo pagamento di un "ticket". D'altronde oggi, ha spiegato dati alla mano il titolare del Viminale, ci sono in scadenza, nel nostro Paese, un milione 316 mila 179 permessi, mentre quelli rinnovati, aggiornati o rilasciati ex novo, dal primo gennaio ad oggi, sono stati un milione 147 mila 194. Le pratiche ancora giacenti presso le questure sono circa 260 mila. In media ci vogliono 113 giorni d'attesa per il rilascio del permesso, con un minimo di 15 giorni (a Prato) a un massimo di 11 mesi (a Roma).

Tempi che il Viminale si e' fatto carico di alleggerire, visto che, come ha detto ancora Pisanu, "dallo scorso 26 luglio quattrocento lavoratori interinali hanno rinforzato gli uffici immigrazione delle trenta questure, nel cui territorio si registra il maggior affollamento di stranieri". Ma a Roma e a Milano sono presenti, complessivamente, 537 mila 734 stranieri e questo determina "criticita' particolari" che allungano i tempi necessari per decongestionare gli uffici.

A questo scopo il ministero, ha spiegato Pisanu, "sta definendo un progetto triennale per snellire le procedure e abbattere i tempi di rilascio dei permessi", che prevede l'apporto iniziale di soggetti esterni alla pubblica amministrazione. Ma le opposizioni hanno bocciato ogni ipotesi della maggioranza. Per i Ds, il governo rischia di paralizzare le Poste, scaricando per giunta i costi del rinnovo annuale sui permessi di soggiorno sugli immigrati. "Vorremmo sapere se alle Poste saranno in grado di guardare documenti in lingue straniere, familiarizzare con Paesi mai sentiti e svolgere i controlli, oltre a ricevere bollettini di versamento. Sara' un altro fallimento. Pagato a caro prezzo" ha affermato il senatore della Margherita Sandro Battisti.

Secondo il coordinatore verde Paolo Cento "il decreto di modifica non cambia la natura incostituzionale della legge che addirittura militarizza il ruolo dei giudici di pace". Secca la replica del sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano (An): "e' singolare che l'opposizione paventi una paralisi degli uffici postali, quando questi ultimi hanno svolto una parte essenziale per la buona riuscita della regolamentazione".

Ma anche il Csm si avvia a bocciare il dl. Entro oggi, infatti, il plenum dovrebbe discutere e approvare il parere al provvedimento chiesto dal ministro della giustizia, Roberto Castelli, e proposto a maggioranza - con il solo voto contrario del laico di FI, Giorgio Spangher - dalla commissione Riforma: un documento in cui i consiglieri dell'organo di autogoverno della magistratura dicono no alla scelta di affidare ai giudici di pace i ricorsi contro i provvedimenti di espulsione e sulla convalida dell'accompagnamento alla frontiera e del trattenimento nei centri di permanenza temporanea.


    

 

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