ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su Il Quotidiano della Calabria
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Venerdì, 22 ottobre 2004

 

Secondo il gip di Bari, Stefio, Cupertino, Agliana e Quattrocchi furono arruolati da Giampiero Spinelli e dalla sua società. Un testimone: «Potevano aprire il fuoco»

 

 «Ex ostaggi mercenari Usa»

I body guard ribattono alle accuse: «Tutto falso»


 

BARI - Mercenari al servizio degli Stati Uniti. Questo erano gli ex ostaggi italiani sequestrati in Iraq per 56 giorni il 12 aprile scorso, Cupertino, Stefio, Agliana e Quattrocchi (quest'ultimo ucciso dai rapitori). Lo dice il Giudice per le indagini preliminari di Bari: "Erano veri e propri fiancheggiatori delle forze della coalizione e questo spiega, se non giustifica, l'atteggiamento dei sequestratori nei loro confronti". Il provvedimento del gip del Tribunale barese Giuseppe De Benedictis è quello con cui, nelle scorse settimane, ha imposto il divieto di espatrio (poi annullato dal Tribunale del riesame) a Giampiero Spinelli, il trentenne di Sammichele di Bari amico di Cupertino, indagato per arruolamenti o armamenti non autorizzati al servizio di uno Stato estero (articolo 288 codice penale).

Esaminando il ruolo della società "Presidium corporation" con sede alle Seychelles, attraverso la quale - secondo l'accusa - Spinelli ha compiuto a Sammichele di Bari i reclutamenti degli italiani, il gip scrive che essa è "un centro di addestramento ed arruolamento di mercenari (o peggio, come farebbe pensare la scelta della sede centrale in un paradiso fiscale e la relativa tranquillità che offre...)". Era già emerso che Salvatore Stefio era uno dei referenti della Presidium.

Spinelli è accusato "in concorso con altre persone" di aver arruolato personalmente a Sammichele di Bari Umberto Cupertino e Maurizio Agliana "affinché militassero in territorio iracheno in favore di forze armate straniere (anglo-americane, per la precisione) in concerto e in cooperazione con le medesime, in contrapposizione a gruppi armati stranieri". Nel provvedimento il magistrato aggiunge che le indagini sinora compiute "hanno consentito di accertare che era effettivamente vero quanto ipotizzato, subito dopo il sequestro dei quattro italiani in Iraq, che essi erano sul territorio di quel Paese in veste di mercenari, o quantomeno, di 'gorilla' a protezione di uomini di affari in quel martoriato Paese". Tra le testimonianze raccolte del giudice è risultata determinante quella di Paolo Casti, arruolato dal febbraio 2004 in Iraq, che ha dichiarato che i body guard italiani arruolati dagli Stati Uniti avevano "il potere di fermare e controllare le persone, e in caso di necessità di aprire il fuoco, sempre e solo in risposta ad attacco armato".

Minaccia reazioni Maurizio Agliana e controbatte: "Non è vero. Eravamo in Iraq incaricati di protezione ravvicinata con un contratto della Sicurezza privata, ovviamente nell' ambito del programma delle Forze di coalizione. Tutto qui". Identica la posizione di Salvatore Stefio: "Riaffermo che noi eravamo, come lo siamo sempre stati, operatori della sicurezza". Ma le parole del gip di Bari hanno scatenato una reazione durissima anche della maggioranza di governo. Il sottosegretario alla Difesa, Francesco Bosi, è stato chiaro: "Al governo - ha spiegato - non risulta che i quattro lavorassero per gli Stati Uniti o per la Cpa: erano invece al servizio di privati".

Il direttore del Foglio, Giuliano Ferrara, ha invitato il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, "a dire parole alte e forti" per restituire "pienamente l'onore civile a Fabrizio Quattrocchi, che è stato assassinato dai terroristi islamici". Un appello che è stato appoggiato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi. Duro anche il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano. La definizione di "mercenari" data dal gip di Bari agli ex ostaggi, ha sostenuto, "non ha bisogno di commenti. Qualifica la condizione in cui si trova una parte della magistratura italiana: totalmente ed irresponsabilmente distante dalla realtà. Prima ancora che ideologicamente schierata".

Dall'opposizione arrivano invece inviti al governo a fare chiarezza sulla vicenda. "Le affermazioni del gip di Bari - ha osservato il presidente dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio - sono estremamente gravi e, se confermate, dimostrerebbero che Berlusconi e il Governo italiano hanno nascosto la verità al Parlamento. L'esecutivo venga subito a riferire in aula".


    

 

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