ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Nuovo Quotidiano di Puglia
(Sezione: ATTUALITA'     Pag.    5)
Domenica 8 agosto 2004

G.A


Massima attenzione ale minacce contro l'Italia. Il ministro Pisanu: «Nessun segnale di rischio può essere trascurato»

 

 Anche in Puglia è allarme terrorismo


 

Massima attenzione alle minacce contro l'Italia perchè«nessun segnale di rischio puòessere trascurato», ma il messaggio rientra nella «campagna mediatica condotta dalle brigate Abu Hafs Al Masri e per questo i «livelli di vigilanza e di prevenzione» restano quelli stabiliti. E' quanto !iostiene il ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu, in relazione alle nuove minacce rivolte all' Italia dagli estremisti islamici, tanto che proprio nei giorni scorsi in tutte le prefetture si sono tenute riunioni con i responsabili per l'ordine e la sicurezza.

In Puglia sono stati intensificati i controlli sugli obiettivi sensibili come porti, aerostazioni, centrali elettriche, particolarmente quella di Cerano, insediamenti industriali e snodi ferroviari. Una vigilanza discreta ma elevata alla quale prendono parte anche i servizi di intelligence per prevenire eventuali attacchi.

Lo stesso sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, parla di massima attenzione poichè «cellule autonome, o anche singoli, potrebbero colpire l1ta1ia». Il momento, secondo Mantovano, richiede di alzare «al massimo il livello d'attenzione» contro la possibilità - di attacchi terroristici in Italia «Indicazioni specifiche e concrete non ce ne sono - rileva ma non si può nemmeno escludere in maniera categorica che un attentato si possa verificare. Questo - spiega - perchè il terrorismo islamico non è una struttura verticistica, ma è diventato ormai un network di cellule, ciascuna delle quali può prendere iniziative autonome. E il pericolo può arrivare anche da singoli soggetti. Per questo è necessario mantenere alta l'attenzione».

Quanto all'escalation di minacce su internet e su altri mezzi di comunicazione contro l'Italia, per il sottosegretario, «potrebbero anche essere un modo di strumentalizzàre la preoccupazione generale per raggiungere lo scopo di terrorizzare la popolazione, ma la guardia deve rimanere alta». E contro il pericolo attentati, un ruolo chiave è svolto dai servizi segreti, in questo periodo in teressati da progetti di riforma. Per Mantovano è preferibile immaginare «una struttura unitaria» dell'intelligence nazionale, anche in funzione di una «maggiore efficienza ed economia delle energie a disposizione». Il sottosegretario auspica comunque «l'approvazione il prima possibile della riforma: se ne parla da troppo tempo, ora deve andare in porto. Ma, al di là delle possibili opzioni, se mantenere l'attuale struttura binaria oppure passare ad una unitaria - sottolinea - è importante venire incontro a quelle che sono le esigenze principali degli operatori dei servizi e cioè concedere loro garanzie funzionali più adeguate di quelle ora presenti». L'altro tema caldo dell'estate, insieme al terrorismo, è quello dell' immigrazione.

Continuano infatti gli sbarchi di immigrati a Lampedusa, ma, sostiene Mantovano, «non è un'invasione, gli arrivi sono dimezzati rispetto allo scorso anno. Nei primi sei mesi di quest'anno sono sbarcati sulle cQntro i 7.888 del primo semestre del 2003 ed i 12.872 del 2002. E' naturale che quando arriva un barcone a Lampedusa; per le dimensioni dell'isola e per le immagini trasmesse, si parli di invasione per riflesso condizionato, ma i dati dimostrano che non è così». Il sottosegretario invita a «guardare il fenomeno nel suo insieme: si scopre che in Puglia nei primi sei mesi del 2004 non c'è stato neanche uno sbarco, mentre in Calabria sono stati soltanto 12». Oggi, spiega, «gli arrivi sono concentrati quasi esclusivamente nel Canale di Sicilia: significa che la collaborazione con Egitto, Turchia, Albania, ha dato ottimi risultati, mentre ci sono ancora problemi con la Libia. Problemi - precisa - che vanno oltre la buona volontà delle autorità libiche. Il Paese africano subisce infatti una pressione migratoria enorme sulle sue frontiere meridionali». Quanto agli strumenti nonnativi per gestire l'immigrazione clandestina, Mantovano invita a lavorare per arrivare a «soluzioni condivise», dopo i di saccordi che hanno impedito l'approvazione del decreto correttivo della Bossi-Fini. «E' opportuno - osserva - che, a fianco dell'approfondimento tecnico sulle modifiche da apportare dopo le sentenze della Consulta, ci sia un tav010 politico che prepari ed accompagni l'esame».

La propOsta di Alleanza nazionale sul provvedimento, prosegue, «è quella di portare da 1 a 4 anni di reclusione la pena per i clandestini, in modo da far scattare l'arresto obbligatorio e stabilire per gli immigrati espulsi in via amministrativa l'obbligo del passaggio giurisdizionale davanti al giudice di pace, superando così l'eccezione di costituziopalità della Consulta che aveva bocciato l'espulsione senza contraddittorio e garanzie di difesa».


    

 

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