ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su nuovo Quotdiano di Puglia (Sezione: LECCE CRONACA Pag. VII ) |
Martedì 20 maggio 2003 |
di VINCENZO MARUCCIO Le reazioni Parlano il presidente degli industriali e il direttore della filiale del Banco di Napoli De Ricccardis: «Attacco immotivato Non ho mai conosciuto Budano»
Perplessi, risentiti, un bel po' anche arrabbiati. Non ci stanno proprio a lasciar correre le parole di Alfredo Mantovano ancora una volta sceso in campo per schierarsi al fianco degli imprend:itori «lasciati soli e abbandonati» nei momenti più difficili dal mondo bancario innanzitutto ma anche dalle associazioni di categloria e dalle organizzazioni di Settore. Salvatore De Riccardis, ad esempio, che, in altre occasioni, aveva preferito glissare ed evitare riposte pungenti a certi rilievi mossi dallo stesso sottosegretario agli Interni. Questa volta il Presidente di Assindustria di Lecce mette subito le mani avanti e che non siano parole troppo morbide lo si intuisce subito: «Sono perplesso davvero perchè non mi spiego le parole del sottosegretario Mantovano. Non me le spiego perchè le trovo ingiustificate nel modo in cui vengono, tra l'altro, criticati i comportamnenti delle associazioni di categoria. Ma perché dice queste cose perplesso e anche arrabbiato Salvatore De Riccardis che non ci sta a passare dalla parte di chi è poco sensibile verso chi ha bisogno di aiuto. Ci pensa un po' e poi aggiunge: «Al sottosegretario Mantovano dico che l'Assindustria è stata sempre vicina agli imprenditori specialmente nei casi più complicati. Insomma, non è vero che un'organizzazione o un'associazione di categoria sia qualcosa di astratto o, semplicemente, un agglomerato di cariche. Un'associazione come l'Assindustria è il punto di riferimento di tutto un mondo di imprenditori e ad essi deve risppondere dei suoi comportamenti che, mi pare, siano sempre stati corretti e improntati alla masima solidarietà» Salvatore De Riccardis al contrattacco, quindi. Perchè è sul caso speifico dell'imprenditore di Trepuzzi "segnalato" dal sottosegretario Mantovano che il presidente degli industriali leccese ci tiene a non fare minimamente dietrofront: «Io, Luigi Budano, neanche lo conosco: non so chi sia, non so quale è la ditta, non so dove sia localizzata la sua azienda. Come facevo a sapere? Come avrei potuto esprimere la solidarietà a chi non conosco? Non posso mica fare l'indovino e provare a capire cosa passa dalla testa della gente. Se nessuno viene a parlarci come facciamo a conoscere i problemi? Vengano da noi e ci raccontino le cose perchè troveranno sempre la porta aperta» È quasi una metafora: la porta aperta, appunto. È quella che, secondo il sottosegretario Mantovano, capita che trovino sempre più spesso chiusa gli imprenditori quando entrano in una banca. Piccola o grande che sia. E quella che, invece, gli uomini degli istituti di credito - dopo i molteplici interventi in tal senso giunti in più di un'occasione -. confermano di lasciare sempre aperta quando chi "fa impresa" si presenta da loro per un prestito o per un altro problema soldi. Antonio Trotta dirige la filiale principale di Lecce del Banco di Napoli e garantisce che non c'è modo che gli imprenditori, «a patto che siano sani e volonterosi», sia lasciato abbandonato a se stesso. Dice proprio così Trotta - «sani e volonterosi» - e poi spiega che trova «immotivate accuse del genere quando invece gli istituti di credito fanno il loro dovere di "impresa" a sostegno dello sviluppo quando l'idea imprenditoriale è sana ed è indirizzata alla costruzione del profitto». Questo ci tiene a dire il direttore Trotta del Banco di Napoli: «Seguo in particolare il comparto delle imprese più grosse e con maggiori volumi di fatturato e devo dire che ci si muove in perfetta sintonia perchè la loro programmazione, economica e soprattutto finanziaria, rappresenta un salso punto di riferimento per non avere particolari problemi. E, dalle informazioni che ho dai miei colleghi, questa sintonia si registra anche nel panorama delle imprese più piccole. Insomma, fatte salve le dovute eccezioni, questo pessimismo -nei rapporti tra imprenditori e banche mi sembra davvero un po' esagerato».
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