«Meglio le idee e i valori delle singole rivalità e dei "giochi" fra le componenti: da qui deve ripartire Alleanza Nazionale. Dalle vere battaglie della Destra. L'ho detto ad Alfredo Mantovano e ho trovato grande disponibilità».
Firmato: Adriana Poli Bortone. Chiaro e forte il messaggio: basta con le piccole e grandi liti, è ora di rimboccarsi le maniche perchè il partito - «e il Sud, soprattutto come dice lei - non può piùaspettare» .
Prende la parola il sindaco ed eurodeputato di An e, dopo la ritrovata pace fra Mario De Cristofaro e Alfredo Mantovano che Gianfranco Fini ha voluto come coordinatore regionale, tocca a lei rilanciare la sfida: «La voglia di fare politica e di produrre risultati: questo è il futuro della Destra con il quale ci dobbiamo misurare. Mantovano lo sa bene che, con le elezioni Regionali ormai alle porte, bisogna
subito mettersi al lavoro».
E il neo coordinatore regionale ha cominciato facendo la pace con De Cristofaro. E con lei?
«Per la verità, ci siamo già
visti ma, natural
mente, non c'era
alcuna pace da fare perchè i rapporti sono stati sempre positivi. Ho detto a Mantovano quello che avevo già riferito a Gianfranco Fini: Salvatore Tatarella, con il suo ruolo di coordinatore regionale, aveva esaurito la sua capacità propulsiva ed era giusto un cambiamento. In questi ultimi tempi era mancata una progattualità complessiva che ora bisogna ricostruire: diciamo che si procedeva, piuttosto, in ordine sparso e che spesso qualcuno si "nascondeva" o si tirava un po' indietro».
Mario De Cristofaro?
«Il presidente del Consi
glio regionale è una risorsa cruciale. Si è
detto di una
definitiva
ricucitura dei rapporti fra lui e
Mantovano lo di
co che il suo di
namismo e il suo attaccamento ai valori della Destra non potevano andare perduti».
Dicono che Mantovano avrà bisogno di tutte le componenti e che dovrà tenerle contente. Cosa risponde?
«Guardi, i momenti più
esaltanti della storia della Destra salentina e italiana non sono legati a questa o a quella componente ma alle idee e alle azioni delle singole personalità politiche. Contano più gli uomini che le cosiddette correnti formate da politici uniti, più che dalle stesse idee, dalle convenienze».
Lei, però, ha fatto di "Nuova Alleanza" una
componente cruciale negli equilibri interni di
An.
«Ma quando Tatarella
mi ha chiamato per ridi
stribuire incarichi e com
petenZe, ho detto di no.
Ho spiegato' che non mi interessava un posto in più o in meno in questa o in quella segreteria, in questo o in quel consiglio di amministrazione. Non è una questione di quantità di nomi ma di qualità. Questa era e resta la mia idea. Che, cioè, contano altre cose».
Quali?
«Individuare quattro o cinque battaglie politiche importanti, spiegarle alla gente e impostare su quelle l'azione di Alleanza Nazionale. Il decreto 56 sul Mezzogiorno, ad esempio: l'ho detto a Fini e mi pare che lo studio di una proposta di legge in senso vada in quella direzione. Ci vuole, e faccio un altro esempio, un'azione mirata per le politiche di sviluppo della Regione Puglia: perchèse vogliono il fe
deralismo fiscale, sarà anche giusto che An pensi all'ipotesi di un federalismo politico».
Il Sud in primo piano: lo dicono tutti. Però...
«Ma io faccio proposte
concrete. A Fini ho chiesto di impegnarsi, come uomo di governo, per un obiettivo ben preciso: che tutte le risorse residue dai ribassi d'asta vengano utilizzate per investimenti nel Mezzogiorno. Non sottraiamo niente al Nord ma cosìviene concessa un'altra opportunità al Sud».
Alleanza nazionale che scommette sul sociale: co
sa vuoi dire?
«Che, ad esem
io, il dibattito
sul sistema sa
nitario puglie
se si svuota
se nmane
privo di
contenuti.
Risale al
, 90 una
mia pro
posta di legge sulla famiglia e credo che il nodo resti ancora irrisolto: c'è bisogno di un sistema di incentivi per le famiglie meno abbienti per assicurarne la tenuta e impedire che i bambini, sotto ogni punto di vista, siano sottratti al loro nucleo originario. Come, del resto, la stessa attenzione va riservata al mondo degli anziani. Sono le battaglie che fanno parte del nostro Dna».
I giovani, però, chiedono più spazio...
«Non credo che sia una
questione generazionale. Ci sono giovani già "vecchi" e anziani, quale io mi ritengo, che lavorano con spirito "giovanile". Ma, detto questo, credo che di nuova classe dirigente, Alleanza nazionale, abbia già dimostrato di averne
su tutto il territorio provinciale. Ci sono le liste d'attesa ed è giusto che a questi giovani venga concessa una "vera"
opportunità di misurarsi in una competizione elettorale. Sì, già a partire dalle prossime regionali dove, però, anche i big devono stare in prima fIla».
Si vota anche nel 2006 per le elezioni 'politiche e qualcuno, per il collegio di Lecce, potrebbe ''pretendere" il seggio che èdell'onorevole Ugo Lisi. An cosa dice?
«Che Lisi non ha affatto
demeritato: ha lavorato bene e credo abbia tutte le carte in regola per essere confermato nella candidatura al collegio»