ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su nuovo Quotidiano Puglia
(Sezione:  PAGINA  Pag.   2 - 3  )
Domenica 29 febbraio 2004

di LINO DE MATTEIS

Il sottosegretario all'Interno Mantovano parla della necessità di un recupero della orale nella vita politica ed economica

 

«Furbi e imbroglioni vadano via»

«Dal capo dello Stato un apello di buon senso per restituire fiducia alla gente»


 

Senza la fiducia la società non cresce. L’allarme l’ha lanciato il presidente Ciampi, la fiducia è essenziale per il sistema dell’economia, ci vuole fiducia dei risparmiatori verso il sistema finanziario e fiducia delle banche verso il mondo dell’imprenditoria. Sottosegretario Alfredo Mantovano, condivide questa preoccupazione?
«E una considerazione di assoluto buon senso, che metterei a fianco a quanto affermato dal governatore della Banca d’italia nel corso di un’audizione sui prodotti finanziari di Banca 121, quando si disse che non c’era stata violazione di legge, ma di etica».

Esiste un rapporto tra etica e fiducia?
«Certo, perchè se il risparmiato-re si convince che il funzionario che sta dietro allo sportello bancario non ha scrupoli credo che non avrà molta fiducia negli istituti di credito».

Come inquadra il caso Banca 121?
«È emblematico. Prima di passare al Monte dei Paschi, la Banca del Salento aveva a sua volta rilevato istituti di credito più piccoli, a cominciare dal Credito Popolare Salentino. Una fascia significativa di clientela era composta da persone che per 20-30 anni aveva avuto a che fare sempre lo stesso impiegato, così la fiducia era stata sostituita da una familiarità, poi tradita».

Tradita solo l’etica, come dice Fazio, o anche la legge, come dimostrano le inchieste in corso?
«Guardi, qualcosa comincia ad essere ammessa anche dai protagonisti di questa vicenda. In un’intervista, l’ex responsabile dell’Area finanza di Banca 121, Rossana Venneri, a proposito dei prodotti My Way e 4 You ha pronunciato questa frase: “Forse qualche cliente era fuori target”. Traducendo dal banchese in un italiano corrente e comprensibile, significa proprio quello che dicevamo».

Cioè?
«Forse tra coloro che hanno SQttoscritto questi prodotti non c’era solo chi, in modo assolutamente legittimo, fa speculazione contidando nei nrialzi della Borsa, essendo consapevole del rischiò. C’erano anche persone inconsapevoli, indotte a trasformare i risparmi di una vita in titoli finanziari avventurosi».

Ritiene che la magistratura leccese, nel cui territorio c’è la sede centrale di 121, stia lavorando come dovrebbe o le indagini vanno a rilento rispetto al dinamismo mostrato da altre Pròcure?
«Ho letto sui giornali di un indagine che si è avviata e di pm incaricati di seguirla. Più di questo non so».

L’etica riguarda pure la politica. Lei ha già espresso la sua contrarietà per la candidatura dell’ex capo-gruppo dell’Udéur alla Camera, Pino Pisicchio, a sindaco di Bari per la Cdl. Perchè?
«Si tratta anche di rispetto per l’elettorato di riferimento e dell’intera coalizione. E’ vero che, fin da quando si è formato il centrodestra, c’è stato uno sforzo, soprattutto di Pinuccio Tatarella, di allargare lo schieramento. Già allora questa strategia si combinava con inevitabili cautele. Io non ho nulla di personale con l’on. Pisicchio, ma questo cambio di schieramento, legittimo, avviene alla vigilia di una consultazione elettorale con un’ipotesi di candidatura in una delle città più importanti d’Italia, com’è Bari. Penso che il centrodestra debba poter esprimere un proprio candidato».

Lei ha ricordato anche il cambio di schieramento che alle Politiche del 2001 riguardò il senatore Bruno Erroi, che anche per la contrarietà di Fitto non venne candidato. Mentre ora è proprio Fitto il maggiore sponsor di Pisicchio.Ritiene incoerente il comportamento del governatore?
«Non ho voluto ricordare un’incoerenza a Fitto. Ho solo sottolineato come allora il presidente si espresse proprio in nome del rispetto degli elettori. Eravamo alla vigilia di un voto per le Politiche e non si parlava del Municipio della seconda città del sud, ma di un collegio elettorale, come tanti altri. Io condivisi la posizione di Fitto e continuo a condividere quel punto di vista».

E’ di ieri l’altro la notizia dei 4mila euro spesi in tre giorni, durante la Bit di Milano, dal presidente del Consiglio comunale di Lecce, Stefano Ciardo, e dal consigliere Marcello Cannone, entrambi di Fi. Qual è la sua reazione?
«Non mi scandalizzano i singoli episodi, perchè ci sono da millenni e probabilmente ci saranno sempre. Quello che mi preoccppa è la ricerca delle giustificazioni, anche quando uno è colto con le mani nella marmellata. Come si fa a dire “non è successo niente” “sono strumentalizzazioni preelettorali”. Se fossero stati nel mio partito li avrei gia cacciati a pedate nel sedere».

Quali sono i confini dell’etica nella vita pubblica?
«Quando si parla di etica c’è un limite superiore e uno inferiore. A livello superiore l’etica impone di essere professionalmente competenti, a livello inferiore di non agire per interessi personali o fini di parte. Al di sotto di questo livello noti si viola solo l’etica, ma anche altre regole. Quello che mi preoccupa è l'impudenza, cioè il fare certe cose e dire che non è vero».

Condivide l’esternazione del presidente del Consiglio sui politici di professione che sarebbero tutti ladri?
«Nel dire questo Berlusconi non fa che riprendere lo spirito che animò il voto nel 1994. Al di là della battuta su cui si può discutere, e c’è stato tanto animato dibattito, ciò che portò al successo del centrodestra dieci anni fa è stata anche la voglia di pulizia. Anche questo ha fatto crescere il Msi, l’ha trasformato in An e consentito di triplicare i suoi consensi».

Certo che lo dica Berlusconi, che si fa fare leggi ad hoc per non farsi processare...
«Stiamo parlando di un’altra cosa. Stiamo parlando non di vicende precedenti l’impegno politico di Berlusconi, che sono quelle per cui ci sono i processi in corso, e che sono discutibili e su cui c’è un giudizio in atto. Stiamo parlando, invece, dell’uso di incarichi politici per fini assolutamente personali: a questo faceva riferimento il premier».

Se è per questo, sempre lui ha voluto il voto di fiducia sul decreto salva Retequattro, cioè una sua azienda. Le sembra giusto?
«Intanto nel decreto è anche Raitre che viene salvata dal collasso. Ma il discorso non è esattamente sullo stesso piano. In realtà, si tratta di affrontare vicende che hanno un rilievo di carattere economico, finanziario, ma anche di vivibilità quotidiana, tenendo presente che c’è un minimo al di sotto del quale si sconfina nell’impudenza. E si arriva all’impudenza nella certezza che nessuno potrà scalfire azioni che sono non soltanto immorali, ma anche illecite. Questo vale per tutti».

Che fine ha fatto la Commissione sugii appalti pubblici da lei voluta a Lecce e Brindisi?
«Le due Commissioni, coordinate dalle Prefetture di Lecce e Brindisi, hanno elaborato relazioni che sono state inviate alle rispettive Procure. Una lettura obiettiva ed esterna del lavoro svolto dai pubblici ufficiali che hanno condotto il monitoraggio, faceva intravedere delle ipotesi di reato, in particolare la turbativa d’asta, per cui era obbligatorio trasmettere tutto àll’autorità giudiziaria. Cosa chè stataa fatta. Ora le eventuali decisioni spettano ad altri».

Spesso le scelte della politica sono condizionate dalla magistratura e in particolare da singole indagini. Com'è possibile evitare un pericoloso e ricorrente corto circuito?
«Bisogna anticipare le mosse, nel senso che la politica deve assegnare a se stessa dei criteri tali per cui non c’è il rischio di vedere il proprio calendario dettato da altri e, in particolare, dall’autorità giudiziaria. Altrimenti non se ne esce, ed è un giustificarsi a vicenda che porta la situazione dei Paese sempre più in basso».

La gestione in Commissione d’inchiesta del caso Telekom Serbia sta suscitando non poche polemiche. L’opposizione si sente calunniata. Che cosa ne pensa?
«C’è un’indagine in corso, molto rigorosa. E’ una vicenda abbastanza confusa, in cui il dato certo è un favore miliardario reso dal governo di centrosinistra a Milosevic proprio nel momento in cui questo soggetto aveva accentuato il carattere totalitario del suo governo».

Siamo in uno Stato di polizia, come dice Berlusconi?
«E’ solo una battuta. Ma anche qui un po’ di senso di misura non guasta. I finanzieri contemporaneamente alle porte delle squadre di calcio di A e B: sono tutti indagati e sono tutti sullo stesso piano o c’è un’ indagine mirata? La responsabilità è sempre personale. Generalizzare è sbagliato».

L’aggressione della Lega al Papa perchè ha parlato in romanesco.
«Una manifestazione becera e troglodita, che non merita commenti».


    

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