ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su Il Quotidiano di Calabria (Sezione: Pag. ) |
venerdì 10 GIU 2005 |
Fini rivendica ancora
la libertà di scelta
ROMA - Gianfranco Fini conferma i suoi tre si' e un no al referendum, e il giudizio negativo sull'astensione, legittima ma "non educativa" nei confronti del corpo elettorale. A Bucarest in visita ufficiale, nonostante la bufera che lo ha investito nel partito il vicepremier rivendica la libera opinione espressa. Spiega che le sue critiche al non voto appartengono "alla liberta' di valutazione che ognuno deve avere, ovviamente rispettando le opinioni diverse". "Diciamo che c'e' una certa tendenza a ingigantire le questioni o, se volete, ad andare oltre quelli che sono i termini fisiologici del confronto. Credo che questa oggettiva tendenza sia uno degli elementi che caratterizzano non da oggi e non solo in An, il dibattito politico", osserva Fini, alludendo allo scontro che si e' aperto dentro An, che arriva ormai a coinvolgere la sua stessa leadership, e fa ipotizzare perfino una scissione. Ma nel partito fioccano le prese di distanza dal leader giudicato in contrasto, con la sua scelta sulla procreazione assistita, dalla maggioranza degli iscritti e degli elettori di An. C'e' "sconcerto", in centinaia di migliaia di militanti, e milioni di elettori, secondo il ministro Francesco Storace, il piu' duro e ultimativo nei confronti di Fini. "Devi dirci dove vuoi portare il partito", gli chiede Storace, "mi interessa sapere una cosa sola e spero che la dica con chiarezza alla prossima assemblea neazionale". Il ministro conferma la decisione di non andare a votare ai referendum ed esprime rammarico per lo "strappo" del lader che non e' stato discusso ne' concordato all'interno di An. Anche il capo della sua corrente Destra sociale, il ministro Gianni Alemanno, chiede chiarezza, sia pure con toni meno forti. "Non e' in corso nessun regolamento di conti, ne' nessun attacco ai vertici del partito", assicura, "c'e' soltanto volonta' di esprimere con chiarezza le posizioni sul referendum". Ma Alemanno si augura di evitare in futuro in situazioni "cosi' laceranti", e si propone quindi di discuterne dopo il voto. Il sottosegretario Alfredo Mantovano rinfaccia a Fini le lodi e gli applausi di Fassino, Bertinotti e Pecoraro Scanio, mentre il popolo di An e' massicciamente impegnato per il non voto. "A chi fa politica da decenni non vengono in mente le conseguenze delle sue scelte, e che Bertinotti definisce il voto referendario decisivo per le sorti del paese?", lo rimprovera. Ma sono in molti quelli che cercano di scongiurare uno scontro all'ultimo sangue nel partito. Ignazio La Russa, capogruppo dei deputati, chiede di ridimensionare le polemiche, invoca una tregua. Fini, dice, "ha precisato che l'astensione e' assolutamente legittima tanto quanto il si' e il no. Fini non e' fuori ne' contro An e invito tutti, nel partito e fuori, ad abbassare i toni". Silvano Moffa, sottosegretario alle Infrastrutture, difende il vicepremier che, coerente con la scelta di lasciare liberi gli elettori, "ha posto al centro il tema della centralita' della politica, della laicita' dello Stato che va salvaguardata". "Non accetto che si apra una sorta di caccia alle streghe e di regolamento interno in An su questioni cosi' delicate", dichiara Moffa. "Se c'e' qualcuno in Alleanza Nazionale che si oppone al progetto del Partito unito della Cdl non usi Fini come capro espiatorio per fare saltare il banco", ammonisce il deputato Giampaolo Landi di Chiavenna. A suo parere Fini interpreta una destra che si confronta con le grandi sfide della scienza e della tecnologia, con la modernita', "una destra libera e liberale", e gode della fiducia e del pieno appoggio della maggioranza degli elettori del centrodestra".
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