ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su Il Quotidiano di Calabria (Sezione: Pag. ) |
Sabato 11 GIU 2005 |
Dopo il voto di domani
inizia il processo a Fini
ROMA - Dopo il referendum si aprira' la resa dei conti in Alleanza Nazionale. Il 2 e 3 luglio si riunira' l'assemblea nazionale del partito per "processare'" il suo leader Gianfranco Fini che, in contrasto con la maggior parte dei dirigenti e dei militanti di An, ha deciso di votare ai referendum tre Si' ed un No riscuotendo il plauso di avversari politici come Fassino e D'Alema. Uno strappo dalle conseguenze imprevedibili che potrebbe portare Alleanza Nazionale ad una spaccatura insanabile. Quello che tutti ora si chiedono e' "cosa fara' Fini" e quale sara' la sorte di An. Una domanda, per ora senza risposta, che e' stata rivolta a Gianfranco Fini dal ministro della Salute Francesco Storace. Nel partito si vocifera di possibili dimissioni del leader, forse deciso ad andare per la sua strada creando un nuovo partito di centrodestra che non abbia piu' legami con la vecchia destra missina. Storace e' pero' convinto che Fini non se ne andra' dal partito. Ma attende di sapere da lui cosa vuole farne di An. La questione vera, secondo il ministro della Salute, e' quella dell'identita' del partito senz'altro offuscata da recenti avvenimenti, come la decisione di Fini di votare tre Si' sulla fecondazione assistita. Nessuno, precisa Storace, vuole scalzare la leadership di Fini perche' questa "non e' una partita di potere, ma una partita di valori". Quello che Storace non sopporterebbe e' pero' che "qualcuno se ne vada da An con l'alibi dei valori e in realta', nel retrobottega del cervello, abbia basse manovre politiche". Il ministro punta l'indice accusatore non solo contro il leader ("che ha commesso degli errori in questa vicenda") ma anche contro i molti colleghi di partito che fino a ieri hanno applaudito Fini mentre ora gli sono rivoltati contro. In tanti oggi in An criticano Gianfranco Fini insieme a coloro (quasi tutti provenienti dall'area cattolica e dalla Dc) che lo hanno avversato in tempi non sospetti. Quello che sta succedendo in An, spiega il senatore Domenico Fisichella, e' il risultato di una lunga storia di questioni aperte e non sempre adeguatamente risolte. Lo strappo sul referendum, cioe', e' "soltanto l'ultimo e il piu' recente momento di un disagio che ha una lunga gestazione". Ma ora, interviene il sottosegretario Alfredo Mantovano, il problema deve essere affrontato perche' e' divenuto "dilaniante" visto che la posizione di Fini sui referendum "non ha nulla in comune non solo con i valori fondativi di An, ma neppure con la storia e le tradizioni della destra italiana". Le critiche mosse da Fini ai sostenitori dell'astensione, attacca anche l'ex ministro Maurizio Gasparri, "sono assolutamente inaccettabili" perche' la maggior parte dei parlamentari di An, dei dirigenti e dei militanti ha sostenuto la legge sulla fecondazione assistita.
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