ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su nuovo Quotdiano di Puglia
(Sezione: LECCE CRONACA   Pag.   V  )
Mercoledì 12 Marzo 2003

di Vincenzo Maruccio

Il caso Gli istituti di credito i primi a "castigare" le vitime delgi attentati? Le accuse scatenano la polemica

Le banche rispondono a Mantovano
«Non siamo avvoltoi»





Le banche respingono le accuse: «Non siamo avvoltoi che aspettano il cadavere». Così rispondono per le rime e ad Alfredo Mantovano mandano a dire: «Ci pensino loro alla sicurezza che noi continuiamo a fare il nostro mestiere di sostegno alle imprese». Questione scottante quella degli attentati con tante di bombe contro commercianti e piccoli imprenditori. Così scottante da far dire a Mantovano, sottosegretario agli Interni: «Deve finire questa storia che, quando scoppia una bomba, il primo soggetto che si presenta al povero disgraziato è la banca», Parole come macigni perchè pronunciate in Consiglio comunale durante il dibattito sulla sicurezza in città - quello svoltosi l'altro ieri a Lecce - a pochi giorni dall'omicidio di Antonio fiorentino nel suo bar del quartiere San LAzzaro.

La rispsota delle banche, si diceva. Netta, decisa, categorica. Marcello Congedo, che della Banca Popolare Pugliese è vicedirettore generale, proprio non ci sta a sentirsi messo sotto accusa: «Quello del sottosegretario mi sembra un discorso semplicistico. In 39 anni di lavoro, compresa l'esperienza professionale con la Banca di Roma, non mi è mai capitata una cosa del genere: non abbiamo mai chiesto a nessun commerciante o imprenditore finito nel mirino della criminalità di "rientrare" con prestiti o finanziamenti. Il contrario semmai: abbiamo avuto una serie di casi, tra incendi o altri danneggiamenti, in cui siamo stati tra i primi, come istituto di credito, ad assicurare l'assistenza a questo o a quell'imprenditore».

Nessun "interventismo" dunque, quando una bomba apre scenari difficile per il titolare di un bar o di qualsiasi altro esercizio.

Il vicedirettore Congedo, dalla palazzina di Matino dove ha sede la direzione generale, lo dice a chiare lettere: «Potenzialità imprenditoriale e capacità di produrre: sono questi i parametri da tenere presenti e non certo quello di un attentato o di una minaccia della criminalità. In questo territorio siamo la banca con la più alta concentrazione di piccole e medie imprese e una politica comune quella di cui parla Mantovano non ci porterebbe molto lontano».

Sulla stessa lunghezza d'onda delle banche c'è anche Antonio Schipa, segretario della Confesercenti di Lecce: «Il rapporto con il mondo del credito è uno dei nodi cruciali dello sviluppo del territorio e credo che da un rinnovamento complessivo passi il futuro economico di Lecce e del Salento tutto. Altra cosa, però, è dire che le banche siano le prime ad intervenire quando un commerciante o un imprenditore è in difficoltà per le pressioni della malavita: non mi pare che sia una pratica diffusa dalle nostri parti, nè che alle banche si possa muovere questo tipo di accusa».

Perplessità e sconcerto: le banche non se le aspettavano quelle parole di Mantovano. Non se le aspettava Antonio Trotta, direttore del Banco di Napoli a Lecce: «Davvero non mi risulta questo fenomeno: nè da parte della mia banca, nè da parte degli altri istituti di credito. Quelle frasi, il sottosegretario, avrebbe potuto evitare di dirle: le banche concorrono allo sviluppo e non alla "soppressioine" delle aziende. Che pensino loro, i politici, a combattere la criminalità nelle sue varie forme: è uno dei compiti a cui sono chiamati a rispondere. Che commercianti e imprenditori lavorino con tranquillità è una cosa che fa piacere alle banche, come al resto della società. Non va bene che qualcuno , per questioni così delicate, tiri in ballo gli istituto di credito».

Della serie: Mantovano sbaglia di grosso. Pierangelo Frontini, che da un bel pò di anni lavora nel mondo delle banche e che attualmente ricopre l'incarico di vicedirettore generale del Credito cooperativo di Terra d'Otranto, ci tiene subito a mettere le cose in chiaro: «A Mantovano rispondiamo dicendo che il nostro compito è quello di fornire un supporto alla piccola azienda che ne abbia bisogno, non quello di mettere in difficoltà andando a chiederle i soldi nei momenti più difficili. Una funzinoe, tra l'altro, rafforzata nel caso delle banche cooperative, per statuto non legate ad uno scopo primario di lucro».

Fin qui la premessa, come la chiama lo stesso Frontini. Che poi, senza peli sulla lingua, aggiunge: «Le pressioni delle banche sul mondo dell'imprenditoria e sul settore del commercio?» Non mi risultano: Quelle del sottosegretario, pur nel massimo rispetto, mi sembrano dichiarazioni un pò strane e mi lasciano perplesso. Una cosa, però deve essere ben chiara: non siamo avvoltoi che svolazzano sul cadavere»


    

 

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