ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su NUOVO Quotidiano DI LECCE
(Sezione:  LECCE CRONACA     Pag.     12)
Martedì 27 aprile 2004

di VINCENZO MARUCCIO

La corsa alla Provincia A sorpresa, scoppa una grana nella Casa delle libertà. Colpa del ticket

 

 Terremoto An: bloccate le candidature

Il partito si spacca sulla vicepresidenza a Ciardo. L'ira di Congedo: «Ora decido io»


 

Altro che strada spianata verso l'unità. Altro che unità di vedute. Alleanza Nazionale si spacca, mezzo partito insorge contro l'ipotesi ticket alla Provincia (ovvero l'accoppiata candidato presidente e candidato vicepresidente) e il presidente provinciale Saverio Congedo manda tutti a casa: «Tutto azzerato, ora decido io». Con tanto di comunicato firmato dalla federazione provinciale.

Eccola la giornata nera di An: partito diviso e molte nubi all'orizzonte. Diranno che si tratta di sempliciti fibrillazioni, ma, sotto sotto, la sostanza è ben altra: che una buona fetta del partito ha sbarrato la strada al numero uno provincia e, con lui, al sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano, dopo che la formula ticket era stata sancita dall'ultimo vertice dei coordinatori regionali.

La giornata nera di An è un esecutivo provinciale che avrebbe dovuto dare il via libera alla lista con la campagna elettorale al fianco del candidato Raffaele Baldassarre. È successo tutt'altro: al posto della ratifica - ticket con Biagio Ciardo e candidati nei 36 collegi - ci si è ritrovati con una discussione accesa come non accadeva da tempo nel partito. Garbata, ma accesa. Con Saverio Congedo e Alfredo Mantovano che, a più riprese, si sono ritrovati con un bel po' di critiche provenienti da più fronti.

La prima.' innanzitUtto: l'ipotesi ticket. L'ha presentata Mantovano in apertura di riunione come strumento utile per una proposta più organica di governo insieme alla presidenza Baldassarresarre. Aggiungendo che, per competenze e storia politica - leggi: capogruppo di An per due legislature - quel posto spetterebbe, appunto, a Biagio Ciardo.

Apriti cielo: è li che, dopo che per mesi le polemiche erano rimaste 'sotto la cenere, sono riemerse le divisioni. çon RobCrto'Tundo, leader della DeStra sociale e consigliere regionale;' che ha inessosubito"ipuntini sulle "i": «Di questo,ticket se n'è parlato soltanto sui giornali e sarebbe stato più giusto discuterne; mvece per temPo, nel partito. D'altra parte, a cosa serve stabi1ire da Prima chi Sarà il vice di Baldassarre? Meglio, allora, aspettare il verdetto elettorale e, magari, vedere i risultati ottenuti dai singoli candidati nei collegi. Il tempO per un riconoscimento a questo o a quell'esponente di spicco del partito ci sarebbe sempre: a partire dallo stesso Biagio Ciardo che, sicuramente, ha diritto ad un posto di rilievo nel futuro assetto istitUzionale».

Questo ha detto il consigliere regionale di Destra sociale e, naturalmente il messaggio è risultato chiaro: che ciascuno dei candidati potesse giocarsi le carte alle elezioni, per dimostrare di essere capace. di aspirare alla poltrona di vicepresidente. Che poi è lo stesso messaggio arrivato dagli amici di Mario De Cristofaro e da altre componenti del partito: da Claudio Fracella a Gerardo Filippo fino ad altri esponenti che, come Alfredo Fina (candidato in pectore nel collegio di Campi Salentina), di stabilire a priori il ticket non vogliono proprio saperne.

Gerardo Filippo, sindaco di Aradeo e coordinatore di "Destra protagonista", lo ha pure detto esplicitamente: «Pensiamo prima a vincerle queste elezioni e a scendere in campo con gli uomini migliori. Per stabilire chi debba fare il vicepresidente c'è sempre tempo e credo che una soluzione la si possa trovare conciliando le diverse posizioni». Certo è che, la questione dell'azzeramento, lo stessp Gerardo Folippo proprio non l'ha'digerita. E, quando si e'trovata la decisione di Congedo messa nero su bianco, ha sbottato: «Sareb be bene che qualcuno avesse i nervi un po' più Saldi e che non prendesse decisioni troppo affrettate».

Nervosismo, appunto: questa, ieri pomeriggio in federazione, era l'aria che tirava. Con lo stesso Ugo Lisi, parlamentare della città e dato da tutti come candidato di An nel collegio Centro-Mazzini, che ha sottolineato la necessità di trovare soluzioni che tengano conto delle richieste di tutte le componenti del partito. E con Mantovano che, un po' sorpreso dal coro di critiche, ha fatto capire che di esecutivi e riunioni di segretaria, da qui alle elezioni, potrebbero esserccne sempre di meno. Della serie: meno riunioni se queste dovessero inasprire certi conflitti latenti.

, Risultato: il braccio di ferro resta tutto ma la nota finale firmata Alleanza nazionale parla chiaro. Li c'è scritto che il presidente provinciale si riprende tutte le prerogative che gli sono concesse dallo statuto e che le candidature, a questo punto, le farà lui. A costo che qualcuna, in particolare quelle dei big, possano creare qualche scontento nella base per un "posto" perduto o una casella occupata da un assessore di rango o da un parlamentare. «Non essendoci stata unanimità di giudizio in merito alle scelte da compiere - scrivono dalla federazione provinciale - il presidente proVinciale ha aggiornato la riunione a data da destinarsi azzerando al contempo le disponibilità alla candidatura fin qui manifestate per meglio valutare e indivi4uare i candidati in tutti e 36 collegi provinciali. Il presi dente provinciale è rammaricato per questo rinvio nella defizione delle scelte del partitito che, inevitabilmente, condiZionano il pieno avvio della campagna elettorale di An».

«Criteri oggettivi e nient'altro»: questo avrebbe detto Congedo battendo i pugni sul tavolo. E cioè mani libere nel la scelta dei candidati perchè Gianfranco Fini, numero uno del partito, gli avrebbe affidato una delega a 360 gradi prima di passare dal coordinamento regionale. Un delega in bianco compresa la possibilità che qualche uscente possa addirittura non essere riconfermato.


    

 

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