di ALFREDO ANCORA
«Ma con noi il partito è cresciuto»
Il Sottosegretario:«Dopo due anni e mezzo di lavoro i risultati si vedono»
Sottosegretario Alfredo Mantovano, si dice che dietro la scelta di Casarano quale sede del congresso provinciale ci sia il suo zampino «No, nella scelta di Casarano c'entra l'esecutivo provinciale che con un solo voto contrario ha indicato quella quale sede più idonea per ospitare tutti gli iscritti della provincia di Lecce. C'è che la federazione ha chiesto ai Vigili del Fuoco quale capienza ha il Palalive e i Vigili del Fuoco hanno certificato che quella struttura può ospitare fino a 2.000 persone. Credo che a vedere in questa certificazione lo zampino del sottosegretario siano persone che non sanno proprio come passare il tempo»
Tempo addietro ebbe a dire di aver ricevuto solo insulti e ingiurie, ma di non aver compreso quali critiche politiche i suoi avversari interni, De Cristofaro, Poli Bortone e Lisi, muovessero a lei e a Saverio Congedo. Ora, alla vigilia del congresso, le ha comprese? «Continuo a non capire, forse dipende dai miei limiti obbiettivi. Andiamo indietro, al giugno del '99. An uscì in maniera disastrosa dalle provinciali, con appena il 12% dei consensi, il livello più basso mai raggiunto. Il partito era chiuso sia verso la società che materialmente, infatti spesso le porte erano chiuse. La federazione non aveva un conto corrente bancario. Insomma dico questo per far capire il livello cui era arrivato il partito. Dopo due anni e mezzo non solo il dato elettorale vede An cresciuta di sesi punti, ma si registra un'ampia apertura alle categorie produttive, al mondo del volontariato. I dialogo interno si è sviluppato con due congressi provinciali e due conferenze programmatiche in cui abbiamo messo a punto i temi sallienti del territorio. Fra federazione e circolii c'è un rapporto continuo e credo che tutti, alleati e iscritti, possano riconoscere come An abbia prodotto politica in modo superiore agli altri. Per non contare della mobilitazione massisccia in occcasione della raccolta di firme, della creazione del sito Internet, delle trasmissioni Good Morning An, della venuta nel Salento di tanti esponenti di governo.
Gli altri dicono che questa è stata solo una passerella «Ma non è vero, sono venuti qui per illustrare cosa fa la destra di governo e ricordare gi impegni per il Mezzogiorno e per il Salento. Di fronte a tutto questo, comunque, io registro che da luglio '99, quando cominciò la gestione Congedo, a settembre del 2001, tutto è filato liscio, nessuno ha avanzato critiche di alcun tipo e Congedo ha retto la federazione con la fiducia di tutti. Da ottobre 2001 è iniziata la pioggia di ingiurie. Se Congedo deve essere giudicato per quanto ha fatto nei primi due anni, la sfiducia vale anche per chi gli diede il consenso senza mai aprire bocca. Mi chiedo cosa sia cambiato da ottobre in poi»
L'on. Poli Bortone in una recente intervista ha parlato di scarsa presenza sul territorio, di scarso peso politico e.... «Io chiedo a lei se era presente alla conferenza stampa di gennaio nel corso della quale si è dato l'annuncio dell'Ingresso nel partito di Angelo Tondo. Io non c'ero ma ho letto degli elogi che la stessa on. Poli fece in quella sede a Congedo. Quale la versione giusta dell' on. Poli? Mi sembrano critiche ad intermittenza, a corrente alternata. Le categorie sono state sempre consultate, i sindaci e gli amministratori di An fanno sentire il peso del partito sul territorio. Francamente non riesco a cogliere una linea alternativa in quanto dicono i nostri avversari».
L'on. Poli parlava anche di scarsa forza contrattuale di An nella Casa delle Libertà «Quando ero io a sollevare la questione dei problemi fra Forza Italia e An, da quella parte mi arrivarono tante critiche, ora invece si critica Congedo per il motivo contrario. Non comprendo»
In questo periodo An in città è in forte contrasto con Forza Italia per questioni legate all'urbanistica, al piano commerciale. Il senatore Maritati ha parlato di "mani sulla città". Lei quale riflessione ha fatto su questi temi? Non sono in grado di fare valutazioni su questo. Non conosco i particolari. Sono cose che mi appasionano poco e sono molto rispettoso delle altrui competenze»
Torniamo al congresso di An, un partito in cui si parla, seppure in un futuro non si sa quanto prossimo, di confluenza nel Ppe. Se ne parla anche perchè Fini, e quindi An, possa assumere un diverso ruolo nel governo. Pensa che la pressenza insistita di certe nostalgie possa nuocere a questo percorso? «La questione del nostro passaggio nel Ppe per ora non si pone, lo dice chiaramente il documento congressuale. An nel parlamento eurpeo fa parte del gruppo Uen, insieme alla destra conservatrice europea. É chiaro che un percorso di tendenziale unificazione col Ppe si potrà verificare solo a due condizioni: che lo stesso Ppe si liberi delle frange alleate della sinistra e che il passaggio riguardi tutta la Uen. É un discorso che va approfondito, quindi. Ma la sua domanda va rivolta ad altri, a chi vive attaccato a certe nostalgie e, comunque, credo che i riflessi di una cantata in Tv di "Giovinezza" a livello nazionale siano nulli. É importante sottolineare che in questi due ani, con Congedo, nel partito è cresciuta un anuova classe dirigente, gente concreta, esprerssione del nuovo ceto di giovani professionisti e amministratori, da ALfredo Fina ad Antonio Liquori, da Paolo Marasco a Gigi Provenzanoa a Raffaele Stasi e Renato Torelli, solo per citarne alcuni»
Anche dall'altra parte dicono.... «L'altra parte? Voglio solo ricordare una cosa. L'ultimo segretario prima di Congedo eletto regolarmente dal congresso è stato Mario De crisotofaro, eletto dal congresso dell '89. Sono passati 13 anni: è mai possibile che nel frattempo non sia accaduto niente di nuovo, che nulla di nuovo sia venuto fuori? Allora De Cristofaro si dimise dopo cinque mesi e il partito rimase commissiariato per 10 anni. Congedo ha portato a termine il suo mandato con onore. Credo nessuno aspiri ad un ritorno all'antico. E se ci sono argomenti diversi spero vengano fuori almeno al congresso, sempre che esistano. Ma credo sia lecito nutrire qualche dubbio»
Lei si candiderà a Lecce come le chiese a suo tempo la Poli? Pare che la legge, anche quella sul conflitto di interessi appena approvata, non preveda incompatibilità «Non ci sarebbe alcuna incompatibilità, ma esiste un problema di opportunità. Il ministero dell'Interno esercita un controllo sugli enti locali e questo sconsiglia un passo di questo tipo. E poi c'è un preciso orientamento del centro destra a distinguere nettamente fra incarichi di governo e incarichi negli enti locali, un orientamento che io condivido in pieno. Anche perchè ho un incarico così assorbente che non mi consente di pensare ad altro.»
A proposito di amministrazione, il senatore Giovanni Pellegrino ha avuto parole di critica nei confronti della prociura della Repubblica di Lecce, a suo dire inerte nelle richieste amministrative soprattutto nei confronti del centro-destra. Anche lei ha avuto dure parole di critica verso il Palazzo di giustizia leccese, per il quale ha chiesto anche un ispezione. Criticate separatamente, lei e Pellegrino, per colpire uniti? «Sono cose diverse.Io ho sollevato questioni che riguardano decine di scarcerazioni per decorrenza dei termini in quanto il giudice non aveva depositato gli esiti dei suoi accertamenti, che per la cronaca non conosco ancora oggi, opppure per aver concesso i domiciliari ad un soggetto pericoloso, incidendo sulla sicurezza della comunità, che è di mia competenza. Pellegrino, invece, ha sollevato critiche nei confronti della Procura (mentre io mi rivolgevo all'ufficio del Gip) per due motivi: il primo perchè non dava seguito alle denuncie contro amministrazioni di centro-destra, il secondo perchè sono diminuite le inchieste di carattere amministrativo, forse per quieto vivere. Con tutta la stima che ho nei confronti di Pellegrino, e che credo sia reciproca, il discorso è più ampio. Quello che manca, non solo a Lecce, è l'efficienza nelle indagini contro le pubbliche amminisrazioni. Dieci anni fa venivano condotte in modo ampiio e diffuse, ora sono una eccezione»
|