ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Nuovo Quotidiano di Puglia
(Sezione:  LECCE PROVINCIA  Pag.    14)
Martedì 5 Ottobre 2004

di GIORGIO GARGASOLE


L'assalto al furgone portavalori Sessanta uomini impegnati in una serie di controlli nel territorio al confine tra il Leccese e il Brindisino


 Mala sotto assedio. La rispsota dello Stato dopo la maxi-rapina



 

Lo Stato reagisce al grave episodio dell'assalto al portavalori della Velialpol che ha fruttato ad otto malviventi armati di tutto punto mezzo miliardo di euro. E lo fa mettendo in campo settanta uomini appartenenti a tutte le forze dell' ordine: polizia, carabinieri e guardia di finanza. Ben 19 equipaggi a terra: 15 in auto e quattro sulle moto e due elicotteri a sorvegliare dell'alto. Lo scopo è quello di fare terra bruciata attorno ai rapinatori, ma anche di tutelare il territorio dall'eventuale ripetersi di questi episodi così gravi. Del resto, lo stesso sottosegretario agli Interni, Alfredo Mantovano,nel corso del vertice tenuto sabato scorso presso la Prefettura di Brindisi alla presenza anche dei prefetti e dei questori delle province pugliesi, lo aveva sottolineato senza usare mezze parole. «Si tratta di professionisti. Di gente - ha detto Mantovano nel corso dell' incontro con la stampa - che ha messo in gioco uomini, mezzi e risorse. Specialisti pronti a ripetere queste rapine se ne hanno la possibilità» .

E proprio dai risultati del vertice con l'onorevole Mantovano è nato il servizio straordinario che per tutta la giornata di ieri ha visto a Brindisi come in tutta la provincia l'organizzazione di decine di posti di blocco delle varie forze dell' ordine. Un gruppo di azione che si affianca a quello già impegnato sul fronte delle indagini e che ha visto decine di perquisizioni, anche nelle case dei pregiudicati sottoposti a misure di sicurezza, interrogatori e raccolta di testimonianze da parte dei carabinieri del Nucleo operativo. Si stanno cercando, anche, delle analogie con un' altra rapinà avvenuta.. sempre ai danni di un portavalori due anni fa nel territorio del nord Barese. Anche in quel caso venne utilizzato un camion per provocare un falso incidente e la strada ven, ne riempita di chiodi a quattro punte allo scopo di far scoppiare le ruote del blindato da rapinare.

A Mesagne l'altra mattina, entrarono in azione otto malviventi: ognuno con un compito ben preciso e tutti finalizzati ad impossessarsi del mezzo milione di euro che doveva essere consegnato dal furgone portavalori della Velialpol agli uffici postali della provincia nord di Brindisi. Banditi armati, determinati, esperti. Un gruppo di fuoco composto, secondo i primi riscontri dei carabinieri, da gente del posto magari. affiancati da qualche altro personaggio giunto da fuori. Chi ha agito lo ha fatto a volto coperto da passamontagna ed impegnando sette minuti appena da quando è stato lanciato il camion contro il portavalori al momento in cui i malviventi sono, fuggiti via con il bottino a bordo di tre auto. Rapinatori che hanno dimostrato di conoscere molto bene il territorio su cui hanno operato. Per terra, sul luogo della rapina, hanno lasciato decine di bossoli di kalashikov, pistola e di fucili a pompa. Colpi di arma da fuoco esplosi anche per tenere lontani alcuni automobilisti di passaggio. Uno di questi, del resto, è stato anche colpito di striscio allo stomaco e costretto al ricovero in ospedale. I malviventi, probabilmente, lo hanno scambiato per un poliziotto di scorta al blindato portavalori. Di una cosa sono certi gli investigatori ed il sostituto procuratore Silvia Anastasia che sta co ordinando le indagini. Prima della rapina il commando di rapinatori ha effettuato alcuni sopralluoghi del posto. I banditi hanno memorizzato tutte le possibili vie di fuga. Per l'operazione è stata ingaggiata anche della manovalanza con il compito di spargere di chiodi a quattro punte, di quelli utilizzati fino a qualche anno fa dai contrabbandieri per proteggere il proprio carico di sigarette.

E di analogie con il mondo del contrabbando i carabinieri ne hanno trovate diverse. I chiodi per strada ma apche la scelta del luogo dove è avvenuta la rapina. A pochi metri c'è infatti, un capannone industriale abbandonato da più di una decina di anni. Una struttura, però, che, fino a poco più di cinque anni fa era usata come gubbia per le sigarette di contrabbando. Un posto, cioè, dove nascondere il carico di "bionde" appena sbarcate sulla costa. Gli inquirenti stanno anche cercando di ottenere delle informazioni importanti da parte di qualche collaboratore di giustizia. Del resto, nelle carceri, notizie simili vengono commentate e lo stesso istituto di pena, per qualcuno, si trasforma 'anche in una sorta di scuola del crimine dove eventualmente apprendere dal compagno di cella le tecniche da adottare per azioni simili.


    

 

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