ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su nuovo Quotdiano di Puglia
(Sezione:  LECCE   Pag.     )
Domenca 9 Marzo 2003

 

Omicidio Fiorentino Vertice in prefettura, ieri, con magistrati e forze dell'ordine, presente il sottosegretario agli Interni

«Emergenti già sotto inchiesta»

Mantovano:«Non facciamo inutile allarmismo»


Lo Stato mostra i muscoli, si ritrova intorno a un - tavolo, in prefettura, e rassicura: «Non facciamo allarmiamo. C'è una preoccupazione legata alla riorganizzazione della criminalità e questi omicidi preoccupano -e lasciano sconcertati. Ma non siamo al livelli del 1991, quando nel distretto di Lecce, Brindisi e Taranto ci furono 151 uccisioni. E non si può neppure dire che nessuno se ne occupi o che si sottovaluti la portata dell'emergenza». 11 sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano, -seduto accanto al prefetto Giovanni D'Onofrio, incontra i magistrati e i vertici delle forze dell'ordine e alla fine è questa la valutazione a due giorni dall'uccisione di Antonio Fiorentino, ammazzato giovedì nel suo bar di via San Lazzaro.

«I gruppi malavitosi - spiega - non sono mai uguali. Ora uno sta - cercando di subentrare ad un altro e affermare il proprio predominio, facendosi rispettare sul territorio, a 360 gradi. 11 fatto che un omicidio avvenga in centro alle 8 di mattina è un fatto gravissimo. Tuttavia episodi di questo tipo hanno come bersagli soggetti che non sono semplici commercianti, ma sono invece inseriti in certi ambienti. Non coinvolgono persone oneste. Con questo non voglio minimizzare, ma spiegare il contesto in cui ci si muove».

Lo Stato c'è, eccome: è il senso dell'incontro. Non c'è bisogno di rafforzare la-presenza sul territorio, spiega il sottosegretario: «Rispetto a pochi anni fa ci sono quasi cento poliziotti in più, e la riorganizzazione dei centri per immigrati libererà altre forze tra i carabinieri. Gli interventi repressivi, gli unici possibili al momento per una risposta adeguata alla riorganizzazione dei clan, hanno bisogno di tempo. Le indagini ci sono, sono in corso e riguardano proprio il gruppo emergente. Ma non si possono completare da un giorno all'altro. Per questo è ingiusto dire che lo Stato sia assente».

È la risposta alle polemiche di questi giorni, anche aspre, anche dure, sollevate dal senatore Alberto Maritati, sull'uso delle forze investigative e sulla sottovalutazione dei fenomeni. «Per quelle che sono le mie conoscenze - spiega Mantovano -' anche a livello nazionale, qui c'è un livello di conoscenza e di consapevolezza dell' azione di contrasto dei fenomeni criminali superiore a quello di altre zone d'Italia. Quanto. alla sottovalutazione delle emergenze, proprio la Commissione antimafia è partita da Lecce segnalando nella riorganizzazione della Scu, nel racket e nell'usura i principali fronti su cui agire. E se lo ha detto, è - segno che qualcuno glie l' ha prospettato».

Allarme sì, allarmismo no . Il procuratore aggiunto Caldo - Motta indica un altro pericolo: l'omertà. «Se solo la gente parlasse di più si otterrebbero maggiori e migliori risultati nelle azioni di prevenzione e di contrasto. I fatti illeciti andrebbero denunciati con maggiore frequenza. Soprattutto in tema di estorsioni: attraverso le associazioni anti-racket le vittime possono trovare la solidarietà necessaria per superare le paure».

Sul fatto specifico, l'uccisione di Fiorentino, non interviene. Ma dà una, spiegazione, gui-sto per prevenire ulteriori polemiche: «Controllare le aste giudiziarie - dice Motta,- con evidente riferimento all'attività principale della vittima dell'ultimo agguato mafioso - non vuoI dire essere collusi con ambienti giudiziari, ma poter intimidire i concorrenti». Anche per questo la collaborazione è. necessaria, oltre che auspicata.


 

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