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Articolo pubblicato su La Repubblica - Bari | Mercoledì 29 maggio 2002 |
GABRIELLA DE MATTEIS
Maritati replica al governatore "Parla come se fosse intoccabile"
LECCE - Il giorno dopo a Lecce si parte dai numeri. Dai dati definitivi che raccontano la vittoria schiacciante al sindaco uscente Adriana Poli Bortone e segnano al meno per il momento il futuro della coalizione di centrosinistra. Che oggi, dice il presidente della provincia di Lecce, "deve riflettere". Per ricercare le ragioni della pesante sconfitta in città, "ma non in tutti gli altri comuni" del Salento. Perché ammette Lorenzo Ria "il risultato a Lecce è allarmante", la strada è tutta in salita, e inevitabilmente condurrà "alla creazione di una nuova classe dirigente che sappia riprendere il dialogo con la città". E nell'attesa inevitabilmente "dovremmo sedere tutti attorno ad un tavolo", dice il segretario provinciale dei Ds. Il partito della quercia tiene rispetto al passato, non perde posizioni.
Delude invece almeno in città il risultato riportato dalla Margherita "ci aspettavamo di più", dice Lorenzo Ria. In consiglio comunale comunque siederanno quattro consiglieri dei Democratici di sinistra, e quattro della Margherita. Non è tanto, ma è già abbastanza in un'assise cittadina che si tinge d'azzurro. Forza Italia è il primo partito a Lecce, merito ovviamente del governatore Fitto. Assessori, consiglieri uscenti, sorprendenti new entry, a volte portano a casa anche più di mille preferenze ciascuno. Vincono, sorpassano il partito di Adriana Poli Bortone e Alfredo Mantovano, distaccano di centinaia di voti i candidati azzurri più vicini all'onorevole Ivano Leccisi. Tornano o entrano per la prima volta a Palazzo Carafa certi e sicuri di contare di più. «Grazie ad una campagna elettorale miliardaria», dice il senatore Alberto Maritati. Sconfitto, va oltre. E pensa a quando siederà in consiglio comunale e allora, promette, "farò un'opposizione critica, tenace". Il giorno dopo, il deputato salentino, magistrato in pensione, non ha dubbi e non torna indietro. Non ha rimpianti, direbbe ancora quello che ha detto e cioè che "il centrodestra ha occupato tutti gli spazzi dei pubblici poteri".
Un esempio su tutti "quando in campagna elettorale ho incontrato medici e operatori sanitari c'era chi aveva paura a farsi vedere in mia compagnia". "Che da parte della casa delle libertà ci sia una gestione clientelare del potere nessuno può negarlo" - dice Maritati «neanche Fitto che oggi mi accusa di essere un capo popolo». È un fiume in piena il deputato leccese, quando risponde all'intervista rilasciata ieri a "Repubblica" dal governatore di Puglia, che "si esprime come una persona che crede di essere intoccabile". Se il centrosinistra ha riportato una sconfitta schiacciante è "sicuramente per la debolezza strutturale dei partiti che compongono la coalizione", ma anche e soprattutto perché il centro destra è sceso in campo "investendo miliardi, e l'elezione di alcuni candidati lo dimostrano". Ma non importa "io rispetto tutti gli elettori, e non ho mai detto che il 70% dei voti sia stato comprato dallo schieramento di centro destra". E domani in fondo è un altro giorno, anche per il senatore Alberto Maritati, che, promette, "continuerò insieme alla coalizione di centrosinistra sulla mia strada, senza alcuna assicurazione sulla vita", e che nella prossima legislatura siederà a Palazzo Carafa come consigliere. E allora incontrerà, ma "non mi scontrerò perché sono loro la Poli e Fitto a non accettare chi ha opinione diverse dalle loro", la sua avversaria Adriana Poli Bortone. Che a festa oramai conclusa sceglie il suo ufficio al primo piano di Palazzo Carafa per continuare un lavoro "mai sospeso". Con gli uomini vincenti di Forza Italia, al quale andrà l'incarico di vicesindaco e sei assessorati, con la parte di Alleanza nazionale più vicina ad Alfredo Mantovano e con il suo presidente provinciale Saverio Congedo, "soddisfatto" dalla percentuale di voto riportata dal partito, che a Lecce ottiene più del 19%. Dice Adriana Poli Bortone: «Penso che nessuno possa prescindere dal consenso popolare che è ciò che realmente vale».
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