ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su la Repubblica - Bari
(Sezione:     Pag.    )
Martedì 10 Settembre 2002

DAVIDE CARLUCCI

Il Monte dei Paschi ha in serbo pesanti sorprese per l'istituto salentino: sfuma la quotazione in Borsa

Banca 121, giorni di passione trecento dipendenti a rischio


 

Avete presente quel grande stabilimento alle porte di Lecce, arrivando da Bari, su cui campeggiano le tre cifre della 121? Bene, ora immaginate un grande vuoto al suo posto. Puff, sparito, volatilizzato. Ovviamente non è l'edificio che rischia la demolizione. Quel che rischia di scomparire dal panorama imprenditorialebancario pugliese la decisione dovrebbe essere ratificata nel consiglio d'amministrazione del 12 è la direzione generale di quella che una volta era la Banca del Salento e che dopo l'acquisizione a 1,250 miliardi di euro da parte del Monte dei Paschi di Siena, nel 1999, aveva assunto l'anglofona dizione di Banca 121. Che non è tanto un numero quanto l'estrema sintesi di un modo rivoluzionario di intendere il credito ai tempi della new economy: one to one, uno ad uno, rapporto personalizzato con il cliente in un mondo sempre più dominato da internet e nuove tecnologie.

Ma ora rischia di avverarsi quel rischio che in tanti avevano scongiurato ai tempi dell'acquisizione da parte del gruppo senese: che la scelta della "banca virtuale", tutta servizi e boutique finanziarie, finisse per smaterializzare l'istituto di credito pugliese. Così sta avvenendo. Giovedì scorso, con un comunicato stampa, il consiglio d'amministrazione dell'Mps ha confermato di aver "esaminato le linee di sviluppo strategico della Banca 121 nella prospettiva che questa divenga la nuova banca per la promozione finanziaria, destinata a rafforzare la struttura distributiva del gruppo Mps". Ma se, presumibilmente, tutti i 73 sportelli saranno riconvertiti confluendo nel nuovo gruppo, che fine faranno invece la direzione generale, il centro elaborazione dati e le altre strutture informatiche, fiore all'occhiello di una banca riconosciuta come all'avanguardia nell'hitech in Europa? I sindacati temono la perdita di centinaia di posti di lavoro.

I più pessimisti sono quelli dell'Ugl, che temono centinaia di esuberi. «L'Mps creerà a Lecce un consorzio dice Carlo Infante ma bisogna vedere se assorbirà i dipendenti. Già hanno perso il posto, nei mesi scorsi, molti lavoratori a tempo determinato e operai dell'indotto. Chi vive con angoscia queste novità sono i dipendenti dei due centri direzionali, 3400 unità che rischiano, se non la disoccupazione, il trasferimento verso sedi lontane».

Tradita dal nuovo mercato, la 121 vede sfumare anche la quotazione in Borsa. Il preambolo della riorganizzazione potrebbe essere l'acquisto da parte di Mps del 5 per cento di azioni 121 ancora detenuto dai vecchi soci: le famiglie Gorgoni e Semeraro. Dei 1500 dipendenti, si calcola, solo 8001000 potrebbero transitare in Mps. Potrebbe invece consolidarsi la rete dei promotori finanziari, passando, con le nuove risorse apportate dal gruppo senese, dalle 2500 alle 5000 unità. Ma qui la prudenza è d'obbligo.

Sullo sfondo ci sono le nuove strategie del Monte dei Paschi, che aspira alla fusione con Bnl e cerca di coinvolgere, in questa partita, anche le famiglie Gorgoni e Semeraro. Di pari passo con la razionalizzazione, intanto, procede il riposizionamento politico: se il Monte dei Paschi, un tempo feudo di Massimo D'Alema, veleggia ora verso Alleanza Nazionale, Lorenzo Gorgoni, presidente della 121, coltiva sempre più un feeling con il governatore Raffaele Fitto. Giovanni Semeraro, invece, ha da sempre un buon rapporto con Alfredo Mantovano, sottosegretario di An. Amicizie potenti che in questi momenti difficili potrebbero servire.


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