ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su la Repubblica - Bari
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Domenica 14 luglio 2002

TITTI TUMMINO
Sindacati presi d'assalto per le regolarizzazioni

Cercasi colf disperatamente il caos della legge BossiFini


All'indomani dell'approvazione della legge BossiFini sull'immigrazione, i centralini di uffici del lavoro, sindacati e associazioni di extracomunitari sono stati bombardati da richieste di informazioni più dettagliate riguardo la sanatoria di colf e badanti. Non da meno il sito Internet "www.stranieriinitalia.it", uno dei più frequentati del web, che in poche ore ha registrato oltre quattromila contatti. Per far fronte alle richieste di chiarimenti, lo sportello elettronico ha attivato una linea telefonica aperta 24 ore al giorno, compresi il sabato e domenica.

La nuova normativa in materia prevede che ciascuna famiglia potrà regolarizzare una sola colf, mentre nessun limite è fissato per le badanti di persone handicappate, anziane e malate. «Ma la confusione è parecchia - dice Azmi Jarjaui responsabile del settore immigrazione della Cgil - ci chiedono chi ha diritto alla regolarizzazione, dove va presentata la domanda ed entro quali tempi. Sono tante le persone che ci hanno interpellato: già da diversi giorni abbiamo registrato un incremento di richieste perché, al di là dell'approvazione ufficiale, i cambiamenti erano nell'aria. Per il momento ci limitiamo a rispondere di pazientare una settimana, il tempo necessario per noi di prendere contatti con la Prefettura e gli altri organi preposti per decidere insieme le procedure da seguire».

Per quanto riguarda i settori dove in Puglia è più forte la presenza di lavoratori in nero, Jarjaui individua l'agricoltura, la collaborazione domestica, la ristorazione e i servizi in generale. Circa le etnie, al primo posto ci sono gli albanesi, seguiti da arabi, nordafricani, cittadini del Bangladesh e mauriziani. La preoccupazione che serpeggia tra gli extracomunitari non in regola e della quale Jarjaui si fa portavoce è racchiusa in una precisa domanda: «Se il datore di lavoro non intende stipulare un contratto o regolarizzare una posizione, che succede? In un paese democratico dovrebbe accadere che il lavoratore denuncia il suo datore di lavoro. Ma qui come andrà a finire?».

Preoccupazione legittima, ma per fortuna - almeno questo - ci sono due mesi di tempo dall'entrata in vigore della legge per presentare la domanda per la regolarizzazione. «Nessuno deve andare domani né in prefettura né in questura per presentare istanza di regolarizzazione», spiega in proposito Alfredo Mantovano, An, sottosegretario al ministero dell'Interno, che ha seguito da vicino l'iter della FiniBossi. «La legge entrerà in vigore entro la fine di agosto, unitamente al decreto sulla regolarizzazione degli immigrati che lavorano in nero, al quale il governo darà corso secondo l'ordine del giorno approvato dal Senato.

I datori di lavoro - continua il vice ministro salentino - dovranno recarsi non presso le prefetture e le questure, bensì presso gli uffici postali, che sono oltre 14 mila in tutta Italia, e lì troveranno moduli a lettura ottica, la cui compilazione consentirà di avviare i meccanismi: i dati trattati verranno avviati telematicamente alle prefetture che, attraverso le questure, effettueranno le istruttorie di verifica». Datori di lavoro e lavoratori immigrati interessati verranno poi convocati dalle prefetture per la stesura dei contratti di lavoro che daranno origine ai permessi di soggiorno. «Nel frattempo - prosegue Mantovano - il ministero del Lavoro avrà emesso il decreto che indicherà il contributo che sarà necessario pagare presso gli uffici postali, ai fini della regolarizzazione di colf e badanti.

Per quanto riguarda la regolarizzazione dei lavoratori immigrati impegnati nelle attività che emergeranno dal lavoro sommerso, sarà il decreto legge di prossima emanazione da parte del consiglio dei ministri che fisserà il contributo dovuto». Secondo le voci che circolano, si dovrebbe trattare di 300 euro per tre mesi di contributi forfettizzati e di 40 euro per le spese istruttorie.

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