GIOVANNA CASADIO
Oggi in aula la Fini-Bossi. Parla Napolitano, autore con Livia Turco della legge che il governo si appresta a cambiare
"Immigrati, impronte già possibii ma la destra soffia sulla paura"
ROMA
Onorevole Napolitano, molti sostengono che occorre più rigore verso gli immigrati. Lei è d'accordo? "Più rigore rispetto a cosa?".
C'è un problema sicurezza, ne converrà. Rutelli, il leader della Margherita, parla di maggiore severità contro i clandestini; il centrodestravuole introdurre le impronte digitali per tutti gli immigrati e sta rifacendo di sana pianta la legge che porta il suo nome, la Turco-Napolitano. "Per il centrodestra e in particolareper la Lega Nord quello che non ha funzionato deIl'attualeleggesull'immigrazione è precisamente che si tratta di una legge del centrosinistra:
l'obiettivo è di dare prova della volontà del nuovo governo di disfare quanto era stato già fatto e di sbandierare ricette miracolistiche. Su sicurezza e immigrazione, ciò che Caratterizzaladestra inEuropaèun mix di allarmismo e miracolismo. Si alimentano paure la paura e si promette la scomparsa miracolosa del problema. Invece Fini e Bossi non sono stati capaci di presentare una vera legge alternativa; quella che il Parlamento sta per votare rischia di essere unanormativa parziale, incoerente e pericolosa".
Non sarà che la sinistra ha alcuni tabù, ad esempio sulle impronte digitali? "Io di certo non
ne ho avuti tanto che da ministro dell'interno ho introdotto il sistema Afis, tuttora in vigore, di raccolta e conservazione delle impronte digitali di persone con precedenti penali e di clandestini. Un sistema con diramazioni in modo particolare nelle località di polizia più esposte al fenomeno degli ingressi clandestini. Questa norma è nella legge Turco-Napolitano. Però ogni misura di polizia deve essere motivata e non avere un carattere discriminatorio. Se siamo di fronte a una persona priva di un valido documento di identità, la misura di prendere l'impronta digitale è giustiticata e serve. Ma in quei casi, non in altri".
Il governo e la maggioranza citano a sostegno della loro proposta le politiche sull'immigrazione di altri paesi, come la Spagna e la socialdemocratica Germania. "Si fanno esempi campati in aria. Ciò che conta sono le intese in sede comunitaria. C'è stata un'intesa sulle impronte digitali per i richiedenti asilo e per chi entra illegalmente e di
cui bisogna stabilire l'identità. E d'altra parte perché chi arriva con un documento valido, all'interno delle quote legali, dovrebbe avere un'ulteriore identificazione? Ogni tanto da parte del centrodestra si inventa una propostina che dovrebbe essere il toccasana. Basta ricordare il fragore con cui si annunciò l'uso della Marina militare contro i clandestini. Ora il sottose
gretario all'interno, Mantovano, spiega cosa può fare e cosa no la Marina e aggiunge che su questo punto c'è stata troppa enfasi. Ma da parte di chi? Da parte di Bossi; allora chiamiamo le cose con il loro nome: queste sono buffonate".
Le politiche sull'immigrazioe del centrosinistra non hanno sottovalutato l'aspetto sicurezza? "Sono stato ministro dell'interno e mi sento di dire che non abbiamo sottovalutato né la necessità di una serie politica per la sicurezza né l'esigenza di una regolamentazione seria ed equilibrata dell'immigrazione.
Quindi nan capisco bene cosa di più specifico avesse in mente Francesco Rutelli nelle dichiarazioni dei giorni scorsi. Il governo di centrosinistra non ha fatto una politica tollerante- nel senso di accomodante - verso l'immigrazione clandestina e verso la criminalità. E stata una politica fondata sul rispetto della legge e quindi dei diritti delle persone, comprese quelle sospettate di ingresso clandestino in Italia e di crimini".
Tra una politica non tollerante e tatolleranza zero, qual è la differenza? "Tolleranza zero è uno slogan demagogico e arrischiato che la destra usa lasciando intendere che alle forze dello Stato e alle forze di polizia si possa consentire tutto per garantire l'ordine. Questa non è la filosofia della nostra Costituzione".
Cosa cambierebbe ora della legge Turco-Napolitano? "Tutto è perfettibile, ma l'impostazione resta valida e si fonda due pilastri connessi tra loro; tenere aperte le porte secondo regole e limiti precisi ai flussi di immigrazione legale. Quindi porte aperte, non spalancate. L'altro pilastro è il contrasto efficace all'immigrazione clandestina, ma se viene meno il primo, si rafforza il secondo perché i più disperati e decisi ad emigrare si buttano nelle braccia dei trafficanti criminali che si offrono di portarli qui nelle Loro "carrette" di morte. Ricordo che il governo non ha ancora adottato il decreto sui flussi per il 2002; che con la nuova legge porrà alle imprese che hanno bisogno di manodopera straniera oneri pesanti e intralci burocratici. E infine, ricordo che l'Europa ha indicato tra i capisaldi di una politica comune sull'immigrazione la fine dell'equivoco O tabù, se preferisce, dell'immigrazione zero".
L'Europa è malata di razzismo? E quanti autogol rischia di compiere la sinistra sulla questione dell'immigrazione?
"Diciamo che questo virus gira e bisogna combatterlo, Ci sono vere e proprie psicosi: in Francia, nonostante tutto ciò che ha detto Le Pen, la percentuale di stranieri sul totale degli occupati non è aumentata bensì diminuita. Bisogna reagire alle rappresentazioni distorte della realtà. Ma occorre anche confrontarsi con quanto c'è di fondato nelle preoccupazioni dei cittadini. Due errori la sinistra deve evitare: da un lato ignorare quelle preoccupazioni, dall'altro inseguire la destra sul terreno dell'allarmismo e delle cieche politiche repressive".
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