ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su La Repubblica Giovedì 16 maggio 2002

GIOVANNA CASADIO


 

Scontro sugli immigrati resa dei conti nel governo
Lega eAn sulla sanatoria: i centristi ci ripensino


ROMA - Mini sanatoria solo per le colf o maxi regolarizzazione per tutti i lavoratori immigrati che lavorano "in nero"? Impronte digitali per gli extracomunitari che mettono piede in Italia o per tutti sulla carta d'identità, italiani inclusi? Ricongiungimenti familiari con il contagocce o allargati?

Sono i tre scogli sui quali il "patto per l'immigrazione" della coalizione di governo sta per naufragare: fatto (nonostante la Lega avesse minacciato le barricate sul numero delle colf da sanare); disfatto (dopo una proposta del centrista Bruno Tabacci dì maxi condono per tutti gli extracomunitari "in nero"); ora in attesa di ricucitura ("La casa delle Libertà sarà capace di ricompattarsi", assicura il sottosegretario all'Interno, Mantovano).

Ma ieri, a ventiquattrore dall'inizio del voto alla Camera sulla nuova legge Bossi-Fini a cui il governo Berlusconi ha affidato la stretta anti immigrati, è stata bagarre. Lega, An e Forza Italia fanno pressing sull'Unione democratica cristiana (Udc) perché si metta in riga e rispetti l'accordo politico. Il ministro e leader leghista Bassi oggi in consiglio dei ministri andrà all'attacco dei centristi. E intanto lancia un ultimatum: "Voto subito e ad oltranza, perché la nuovalegge deve essere approvata prima delle elezioni amministrative del 26 maggio".

L'Udc tuttavia fa quadrato sull'ultima goccia- l'emendamento Tabacci - che ha fatto traboccare il vaso dell'ira leghista. Il ministro centrista Giovanardi cerca di fare da pontiere e propone: maxi regolarizzazione si, però fuori dal disegno di legge Bossi-Fini.

Il centrosinistra, dal canto suo, accusa il centrodestra di volere una legge "incostituzionale e incoerente", "fabbrica di clandestini" e che "caricherà dì oneri e burocrazia" le richieste di lavoratori immigrati di cui gli imprenditori italiani hanno bisogno. È questo il clima in cui comincia oggi il voto sul ddl: Casa delle libertà divisa e scintille tra i Poli. Ignazio La Russa, capogruppo di An insiste: "L'emendamento diTabacci è un errore politico" e lo invita a ripensarci. Dalle file leghiste partono bordate contro "le provoca- zioni dei democristiani del Polo", definite "di stretto interesse degli istituti caritatevoli con cui sono imparentati". Il presidente del deputati della Lega, Alessandro Cé, a un certo punto ieri mattina invoca l'intervento diretto del premier, Berlusconi contro la riluttanza dei centristi. La relatrice della legge, Isabella Bertolini, di Forza Italia, annuncia che sulla proposta Tabacci di maxicondono ci sarà "pollice verso". Insomma, è no. Tabacci però sembra non avere intenzione di retrocedere. A sostenerlo, imprenditori e sindacati. Il segretario della Cisl, Pezzotta, si schiera: "Bisogna regolarizzare tutti i lavoratori immigrati 'in nero' ", e critica la nuova legge. Il malumore serpeggia nel centrodestra. E la Margherita denuncia: "Bossi usa gli immigrati come spot elettorale".

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