ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su la Repubblica
(Sezione:       Pag.     )
Venerdi 21 Maggio 2004

GIANLUCA MONASTRA

Roma, la protesta dei supertesti: “Da tre anni aspettiamo il regolamento”. Il sottosegretario Mantovano replica

 Il governo: grazie alla nuova legge aumentano i testimoni di giustizia


 

ROMA — «I testimoni di giustizia in Italia aumentano perché con la nuova legge la fiducia verso le istituzioni sta crescendo», dice Alfredo Mantovano, sottosegretario all’Interno e presidente della commissione sui programmi di protezione. E la replica alle accuse di un’associazione di testimoni di giustizia (chiamata Ezechiele 37) che ha lanciato un appello all’omertà («lo Stato ci ha abbandonato, meglio stare zitti e non parlare»).

«Nei due anni e mezzo di applicazione della nuovalegge del 2001 — spiega il sottosegretario Mantovano —i nuovi testimoni ammessi nel sistema di protezione sono stati 56 contro i23 dei due armi precedenti».

Ma il malessere c’è. «La legge renderebbe migliore la vita di molti testimoni di giustizia, ma da tre anni è in attesa dei regolamenti attuativi», dicono in un convegno i testimoni dalla vita stravolta dopo l’atto di coraggio, la decisione di farsi avanti per aiutare la giustizia. «I regolamenti saranno firmati presto, e comunque la legge in questi anni è stata applicata lo stesso» replica ancora Mantovano. E continua: «Le accuse dell’associazione Ezechiele 37? Sono casi in cui le traversie non sarebbero accadute con la nuova legge, oppure di persone estromesse dal programma a causa dei propri comportamenti».

È il nuovo botta e risposta su una questione che resta aperta. E da definire. Prima l’appello all’omertà, poi i due convegni organizzati ieri a Roma. Il primo dalle associazioni Libera e Garbatella 1920 al teatro Palladium, l’altro dal gruppo Ezechiele 37. Obiettivo comune: accendere i riflettori sulle difficoltà di chi per il coraggio di testimoniare si è ritrovato prigioniero di un meccanismo pesante da gestire. Fra gli interventi al convegno al Palladium, anche un filmato firmato da Rai News 24 per raccontare la storia di testimoni abbandonati a loro Stessi. Racconta un testimone: «Ci si sente soli e di solito si viene trattati molto male perché le forze dell’ordine nonostante gli sforzi non hanno gli strumenti per stare vicino a persone in così grande difficoltà».

Ma uno spiraglio all’ottimismo lo apre don Luigi Ciotti, presidente dì Libera: «La situazione è andata migliorando con il tempo e poi ci sono anche percorsi positivi, non dimentichiamolo». «Il problema — dice Mantovano — è che la vecchia Legge non faceva distinzioni fra collaboratori di giustizia e testimoni. Questo ha creato delle difficoltà e complicato situazioni che col tempo si sono incancrenite». E continua: «Per troppo tempo i testimoni sono stati considerati alla stregua dei pentiti con profonde ferite alla dignità personale e gravi disfunziom operative. Ma con la nuova legge tutto è cambiato, il sistema è migliorato nettamente nel suo complesso e molti casi sono stati risolti nel migliore dei modi. Così oggi noi facciamo di tutto per non allontanare più chi testimonia dalla propria città. Perché parlare e contnuare a vivere nella stessa zona della mala contro la quale ci siamo schierati, credo sia la risposta migliore che si possa dare alla mafia. Un segnale importante che dà fiducia a tutti».


    

 

vedi i precedenti interventi