ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su la Repubblica (Sezione: Pag. 5 ) |
Domenica 23 ottobre 2005 |
ELSA VINCI
Dopo l'intervista-denuncia. Centaro: si presenti alla commissione. Mantovano merita incoraggiamento.
Grasso, bufera sul procuratore "Racconti tutto all'Antimafia"
ROMA - Affermazioni pesanti, polemiche taglianti. «Evidentemente il procuratore Antimafia non si fida della polizia di Stato», reaagisce l'ex presidenter della Repubblica, Francesco Cossiga, alle affermazini di Pietro Grasso sulle «protezioni» di investtigatori e politici di cui godrebbe il capo di Cosa Nostra, Bernardo Provenzano, latiatante da quaratadue anni. ed forte la proposta di Cossiga: «Bisogna estromettere la polizia dalle indagini». Perchè? «Non è possibile mantenere nelle sue funzioni una forza generale come la polizia di Stato così duramente attaccata da un uomo noto per il suo equilibrio, che evidentemente non si fida». Dice Cossiga: «La sua scusa mi ha molto preocupato più che meravigliato. Se Grasso davanti alla commissine Antimafia non chiarirà e non circoscriverà le sue parole credo che si renda indispensabile un provvedimento d'urgenza con valore legislativo con il quale compiti e funzioni dei questori siano trasferiti ai comandi provinciali dell'Arma, cui far esercitare in via esclusiva in Sicilia tutti i compiti e le funzioni di polizia generale». Il presidente della commissione Antimafia, Roberto Centaro, annuncia che Grasso darà ascoltato a San Macuto. «È uno scenrario plausibile quello che Provenzano possa godere di certe coperture - dichiara - le indagini hanno dato riscontri in questo senso ma occorre precisare che non c'è nulla di nuovo sotto il sole». L'Antimafia convocherà il nuovo procuratore nazionale «anche per capire quale indirizzo intende imprimere all'ufficio». Il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano prova a sedare la polemica. «Dov'è lo scandolo nel denunciare queste indegne complicità? È tutto scritto negli atti giudiziari. Grasso merita sostegno e incoraggiamento». Le parole del primo pm d'Italia non piacciono invece al capogruppo di An in commissione Antimafia. «Sono sconcertato, non è un bell'esordio», dice Luigi Bobbio. «Non so neanche - aggiunge - se queste dichiarazioni si riferiscano a politici di uno o dell'altro schieramento. Forse il magistrato voleva lanciare un messaggio di passione civile invece ha dato un messggio di sfiducia nelle istituzioni». Ma se a Bobbio si chiede se avesse preferito qualche altro alla Direzione nazinale antimafia, rispnde: «No, no. Resta immutata la mia stima nei confronti di Grasso». Non si stupisce il senatore Carlo Vizzini, membro delle commissine parlamentare Antimafia, già ,ministro delle Poste nella prima Repubblica. «Che la mafia cerchi contatti con la politica è una realtà storica - dice - e riguarda tutta la politica. I commenti sguaiati nei confronti del procuratore Grasso non mi convincono. I partiti facciano pulizia all'interno: Pensare poi che Provenzano abbia visssuto quarantadue anni di latitanza senza copertura di pezzi nella società civile e senza responsabilità politica è copme pensare di essere Alice nel paese delle meraviglie». Don Luigi Ciotti, fondatore del gruppo Abele e dell'associazione Libera, sottolinea: «È una denucnica amaramente vera fondata su fatti concreti».
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