ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su Repubblica | Sabato 27 aprile 2002 |
Maggioranza e opposizione
ai ferri corti su Napoli
ROMA - L'arresto di sette poliziotti (più uno attualmente all'estero) per presunte violenze durante le manifestazioni no global dello scorso anno a Napoli è già l'occasione per l'ennesima, acerba polemica fra maggioranza e opposizione. Le posizioni non potrebbero essere più distanti. Forza Italia schiera Renato Schifani ed Elio Vito, presidenti dei gruppi parlamentari: i due manifestano, si legge in un comunicato, "forti perplessità sulla procedura adottata che ha comportato la privazione della libertà a tutori dell'ordine che nel proprio lavoro mettono quotidianamente a rischio la vita". Sul fronte della maggioranza parla anche il vicepresidente del Senato, il leghista Roberto Calderoli, che si dichiara "stupefatto e incredulo" per gli arresti e afferma di "pretendere subito riscontri e motivazioni che hanno portato a un'azione tanto grave". Leggermente più diplomatico il sottosegretario agli Interni di An, Alfredo Mantovano: "Farei una distinzione tra il merito e le esigenze cautelari. Sul merito sono in corso approfondimenti. Sulle esigenze cautelari mi chiedo fino a che punto fosse necessario arrivare alla privazione della libertà". Stupore e incomprensione: le dichiara il ministro della Difesa Antonio Martino: "Non voglio entrare nelle decisioni della magistratura - dice - ma mi stupisce molto che a distanza di tanto tempo si proceda ad arresti". Dal governo all'opposizione. Cominciando da Francesco Rutelli: ribadisce la "fiducia nella magistratura", ma si chiede "se fosse necessario procedere agli arresti ad un anno di distanza dagli avvenimenti. O se non fosse sufficiente emettere avvisi di garanzia". Ecco Sergio Cofferati: "Il rigore e la fermezza necessaria con cui devono essere giudicati gli esponenti delle forze dell'ordine che hanno sbagliato non devono farci dimenticare il processo di democratizzazione delle forze di polizia". Alfonso Pecoraro Scanio parla invece di "smodate accuse del governo ai magistrati". Mentre Armando Cossutta spiega: "L'arresto di alcuni funzionari di polizia a Napoli è un atto clamoroso, ma clamoroso fu il comportamento delle forze di polizia, o di loro settori, un anno fa a Napoli". Quanto ai Ds, in una nota congiunta Piero Fassino, Gavino Angius e Luciano Violante affermano: "Nessuno degli accusati può essere ritenuto colpevole e non è compito della politica emettere giudizi di responsabilità o di innocenza. Guardiamo con rispetto all'azione della Magistratura, confidando nella rapidità delle indagini. Per qualsiasi democrazia momenti come questi possono essere assai difficili, perciò occorre fermezza e serenità da parte di tutti". Ma il più duro, sul piano della polemica politica, è il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino: "Grave l'atteggiamento di diversi parlamentari della maggioranza di governo e di in particolare di An. Teso a schierarsi in modo pregiudiziale con alcuni poliziotti inquisiti, a contrapporre l'uno contro l'altro due organi dello Stato come polizia e magistratura". Ragionamento simile a quello di Fausto Bertinotti, secondo cui l'intervento della magistratura va "guardato con rispetto. Al contrario delle forze di governo che scompostamente sono sembrate pensare che ci siano aree irresponsabili". In posizione intermedia i centristi dei due schieramenti. Nel centrodestra il ministro Rocco Buttiglione invita a "rispettare la magistratura", ma nello stesso tempo a "rimediare con energia ai possibili effetti di disaffezione e di demoralizzazione delle forze dell'ordine". Nel centrosinistra, per Clemente Mastella, segretario dell'Udeur, "abusi e le violenze, da chiunque commessi, vanno puniti. Ma grande solidarietà a tutte le forze di polizia".
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