ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su
la Repubblica (Sezione: Pag. ) |
Giovedì 31 ottobre 2002 |
(m.c.c.) Forum: spostato, annullato e perché no?, confermato
SPOSTATO, annullato, confermato? La sorte del Social Forum fiorentino si deciderà questa mattina durante il consiglio dei ministri, ma già ieri se ne è discusso durante il vertice al Viminale del Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal ministro dell'Interno Pisanu, e a cui hanno partecipato i vertici delle forze di polizia, dell'antiterrorimo e dell'intelligence, il sottosegretario all'Interno Mantovano, il prefetto di Firenze Achille Serra e il questore Giuseppe De Donno. Arrivando, a quanto sembra, alla conclusione che, per evitare guai addirittura maggiori delle violenze temute, sia meglio confermare Firenze come sede del Social Forum. Sono state due ore di confronto serrato, fra la linea dura di Berlusconi mai Firenze, semmai qualche altra città, e si era diffusa la voce che le «papabili» potessero essere Signa e Prato e quella di Pisanu, secondo cui l'alternativa sarebbe stata invece o a Firenze, o da nessuna parte. Fino all'ultimo il capo del governo ha definito «preoccupante» la relazione di Pisanu, che due giorni fa al Senato aveva segnalato i rischi legati in particolare agli stranieri in arrivo nel capoluogo toscano, ribadendo che Firenze è la città meno indicata per tenere un evento come il Social Forum, mentre anche altri ministri (La Loggia, Matteoli, Giovanardi, Alemanno) esprimevano la loro preoccupazione. A far propendere il ministro dell'Interno per la conferma del capoluogo toscano la valutazione, fatta in sede tecnica, che, a questo punto, i rischi per l'ordine pubblico sarebbero stati superiori in caso di slittamento, spostamento o annullamento del Forum, deciso oltretutto senza l'appoggio degli amministratori locali, che in caso di sua conferma. Ancora ieri gli organizzatori del Forum avevano risposto con «un chiaro e netto sì» alla richiesta formale del ministro dell'Interno se intendessero rimanere a Firenze, definendo in una nota «gesto avventurista e destabilizzante» ogni ripensamento sul Forum: «Se il governo mettesse in atto una sorta di stato speciale non dichiarato in Italia, la protesta sarebbe enorme, a Firenze e in tutto il Paese» hanno quindi concluso. Affermando comunque, in una lettera ai cittadini, che «chiunque giustifichi in qualsiasi modo la violenza, non parla a nome nostro». L'ultima parola, comunque, spetta al Consiglio dei ministri e se oggi verrà confermata la linea di Pisanu rientrerebbe l'allarmata reazione degli amministratori delle due città alle porte di Firenze tirate in ballo a sorpresa dal portavoce di Berlusconi Paolo Bonaiuti due giorni fa. «Non ne sappiamo niente, ma sarebbe del tutto fuori luogo, non abbiamo gli spazi, e sarebbe troppo tardi» hanno detto sia Fabrizio Mattei, sindaco diessino di Prato, che Paolo Bambagioni, sindaco di Signa, della Margherita. Soddisfatto che la questione venga discussa dal consiglio dei ministri, come lui stesso aveva chiesto, il sindaco Leonardo Domenici: «E' un piccolo successo. Ho sempre parlato di unità d'intenti tra istituzioni nazionali e locali» ha detto ieri pomeriggio durante il confronto a Porta a Porta con Ignazio la Russa di An, che ha invitato gli amministratori locali a «scegliere loro» un posto diverso da Firenze. Ma quanto alla decisione che verrà presa oggi dal consiglio dei ministri, «prenderò atto delle decisioni del governo e non potrò che conformarmi ad esse» ha ribadito Domenici. «Spero comunque», ha aggiunto parlando con Repubblica, «che soppesino bene i pro e i contro di ogni decisione». Si conformerà, quindi, qualunque sia la decisione? «Io ricopro un ruolo istituzionale» ha tagliato corto il sindaco, rinviando ad oggi ogni eventuale commento, ma ricordando, come ha fatto anche a Porta a Porta, che «non io ho invitato né offerto la città» al Social Forum.
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