ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su La Repubblica - Bari - | 4 aprile 2002 |
RAFFAELE LORUSSO
La destra al congresso della svolta "Più spazio ai pugliesi nel governo"
La Destra pugliese chiede spazio a Fini. Conclusa la stagione dei congressi provinciali, l'esercito dei delegati si trasferisce da oggi a Bologna per celebrare l'assise che sancirà l'ingresso definitivo nella grande famiglia della destra moderata europea. Nel capoluogo emiliano, la Puglia sarà rappresentata da una pattuglia numericamente consistente: 103 delegati eletti, 32 di diritto. Di questi, il 65 per cento si rifà a Destra protagonista, la corrente che si ispira a Pinuccio Tatarella e che ha per leader nazionali Ignazio La Russa e Maurizio Gasparri. Undici, invece, sono i delegati di Destra sociale, la corrente di Gianni Alemanno e Francesco Storace; soltanto Otto quelli di Nuova alleanza, la componente "liberal" di Adolfo Urso e Domenico Nania. Non bisogna dimenticare, però, i trenta delegati eletti in provincia di Lecce, dove i riferimenti alle correnti nazionali sono meno marcati (il sottosegretario Alfredo Mantovano, per esempio, non ha aderito a nessuna corrente). Quale sarà, allora, il ruolo della Puglia in un partito che, di fatto, si appresta a spegnere la Fiamma del Movimento sociale italiano? iL vecchio simbolo, è vero, scomparirà solo in parte (ad essere cancellata sarà soltanto la scritta Msi), ma a sancire il taglio netto con il passato saranno soprattutto le tesi che Gianfranco Fini sottoporrà al congresso. Dopo Bologna, insomma, nulla sarà più come prima e, soprattutto, non ci sarà più spazio per la nostalgia. Salvatore Tatarella, che guiderà la pattuglia pugliese di Destra protagonista, chiederà soprattutto di riconoscere maggiore peso alla Puglia nelle istituzioni. Il segretario regionale di An non ha mai nascosto il proprio disappunto per lo scarso peso dei pugliesi nel governo nazionale: un solo sottosegretario (Alfredo Mantovano), a fronte di un peso che, in rapporto agli iscritti e al numero dei voti, è pari a quello della Lombardia (che, non a caso, porterà a Bologna lo stesso numero di delegati della Puglia). La Regione di Pinuccio Tatarella si considera ancora il laboratorio politico del centrodestra e, per questo, vuoi vedersi riconosciuto un ruolo di primo piano a livello nazionale. Le condizioni perché questo avvenga ci sono tutte. Il congresso della svolta europeista, infatti, non avrà né vincitori né vinti: piuttosto che una conta fra le varie componenti, l'assise bolognese servirà a tracciare il percorso del partito a livello internazionale, nazionale e locale. Abbandonati Julius Evola e Giovanni Gentile, la destra italiana è pronta ad abbracciare Charles De Gaulle e la dottrina sociale della Chiesa, Jeremy Rifkin e i principi ispiratori del Partito popolare europeo. Quest'ultimo, poi, rappresenta l'approdo pressoché obbligato di un cammino verso il moderatismo,cominciato nel '95, con la svolta di Fiuggi. Indietro nonsi torna, allora, anche se in Puglia come a Roma sarà difficile cancellare in un colpo solo nostalgie che negli anni sono state (per taluni lo sono tuttora) il sale di una certa militanza.
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