ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su La Repubblica - Bari - 7 aprile 2002

LELLO PARISE

Secondo indiscrezioni attendibili sarebbe imminente (dopo le aministrative) la sostituizone al vertice pugliese

 

Fini pronto a siluare Tatarella
Il foggiano Agostinacchio in pista per la segreteria regionale


 

Se gli alleati sono "infrangibili" (parola del Cavaliere), è possibile che nel paniere pugliese d'Alleanza nazionale le uova possano rompersi da un momento all'altro. Già,perché a Bologna i post-fascisti celebrano i giorni dell'armonia che sarebber piaciuti tanto a Giuseppe Tatarella, intelligente e indimenticabile leader della Nuova Destra, mai piena zeppa di "quadri" politici indispensabili per rendere credibile una candidatura alla premiership di Gianfranco Fini. Ma qui a Bari l'immagine "un po Findus" del partito come l'ha definito Marcello Veneziani, potrebbe presto essere abbandonata: per lasciare spazio al fotogrammi di una battaglia, non si sa ancora quanto cruenta, che dovrebbe concludersi con il cambio della guardia alla segreteria regionale. Viva Tatarella (Pinuccio), addio Tatarella (Salvatore).

Sembra - e, questa, è la prima indiscrezione rimbalzata dal capoluogo emiliano - che il vicepremier voglia nominare nel tacco d'Italia un nuovo coordinatore al posto del fratello di Tatà: Salvatore, appunto. Quando? La seconda indiscrezione suggerisce: dopo le elezioni amministrative, che andranno in scena a maggio di quest'anno. Per quella che sembra diventata una "poltrona di famiglia" - i Tatarella-, la terza indiscrezione racconta che i candidati sarebbero non meno di tre: due segretari provinciali, Francesco Amoruso (Bari) e Saverio Congedo (Lecce), insieme con il sindaco di Foggia Paolo Agostinacchio. L'avvocato del Tavoliere, destrorso della prima ora non fosse altro che per un fatto anagrafico, sarebbe in "pole position". Comunque andranno le cose, è singolare che in tutti e tre i casi si tratta di uomini politici in un modo o nell'altro non proprio "in linea" con l'attuale "podestà" di An in Puglia. Non risale alla notte dei tempi l'arroventato scontro fra Amoruso e Salvatore Tatarella, che poi gioco forza preferisce "sponsorizzarlo" alla guida del partito nel Barese e, allo stesso tempo, lascia fermo al palo un tatarelliano "di ferro", Gianni Mastrangelo. Nel Leccese, invece, il giovane Congedo ha come "azionista di riferimento" Alfredo Mantovano, che tatareiliano non è mai stato e che al congresso salentino ha avuto nettamente la meglio sulla "gioiosa macchina da guerra" messa in piedi dal sindaco Adriana Poli Bottone, dal palamentare Ugo Lisi e da tutto il gruppo consiliare al Comune per sostenere Mario De Cristofaro, un altro tatarelliano e riconosciuto nostalgico del Ventennio. Quanto ad Agostinacchio, quella con Salvatore Tatarella è sempre stata "un'amicizia conflittuale". E' lo stesso Agostinacchio che alle "provinciale" di Foggia ottiene l'elezione di Vittorio Chieffo e il siluramento di Oronzo Orlando.

Secondo le voci di queste ore, l'operazione "Tatarella, addio" dovrebbe prevedere le dimissioni proprio di Orlando dalla presidenza del gruppo di An alla Regione: verrebbe sostituito da un "delfino" di Arnoruso (Sergio Silvestris o Tommaso Attanasio), che così darebbe il via libera alla "nomination" di Agostinacchio per la carica più prestigiosa. Sarebbe meglio, dicono i soliti bene informati, se il prescelto fosse Silvestris, perché lascerebbe vuota la direzione politica della commissione Sanità, che sarebbe "girata" a Pietro Marinotti, "protetto" da Eupremio Curto, parlamentare e da poco responsabile del partito nel Brindisino, dove ha battuto l'assessore regionale all'Ambiente Michele Saccomanno. A completare la rosa dei "non tatarelliani" al potere c'è Pietro Lospinuso, assessore pugliese all'Industria e "numero uno" di An a Taranto.

Un po' tutti all'interno di Alleanza nazionale indicano Mantovano come il "regista" di quella che ha l'aria di essere una grande manovra: il sottosegretario all'Interno è da sempre "sintonizzato" sulle stesse frequenze di Gianfranco Fini, che non nasconde di stimarlo. L'obiettivo del magistrato "prestato" alla politica sarebbe quello di conquistare il partito, però in punta di piedi. Soprattutto per questo non sarebbe contrario alla segreteria Agostinacchio: novità, d'accordo, ma nella continuità. L'arroganza può attendere. Il dubbio è se anche Salvatore Tatarella rimarrà ad aspettare, senza colpo ferire.

 

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