ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su La Repubblica-Bari Venerdì 17 maggio 2002

GABRIELLA DE MATTEIS


 

Nardò, l'Ulivo spera nel colpaccio contro il Polo dei "separati in casa


NARDÒ (LECCE) - «Certo, se fossimo stati uniti sarebbe stato meglio». E invece, a Nardò, rimpianti di Rocco Buttiglione a parte, la Casa delle Libertà è già un caso, più unico che raro. La coalizione di centrodestra è apertamente divisa, con Forza Italia e Udc da una parte e Alleanza Nazionale dall'altra. Il partito di Berlusconi e quello di Fini scendono in campo, ognuno con un proprio candidato. Con buona pace dell'uomo che il centrosinistra ha scelto per vincere. E' Antonio Vaglio, medico, un curriculum da ex. Ex sindaco, ex ccd, folgorato più dal centro che dalla sinistra dell'Ulivo sulla via del ritorno a Palazzo Personè, è stato benedetto in un comizio alle otto del mattino dal presidente dei ds Massimo D'Alema. Quasi di casa, qui a Nardò, perché il centro salentino, chiamato al voto il 26 maggio, dista una manciata di chilometri da Gallipoli. Un po' più dal capoluogo, ma non importa. In questi giorni, l'importante è esserci. E a Nardò ci sono tutti. Big e meno big, ministri e uomini di partito. Sfilano le auto blu, da giorni, tra le viuzze del centro storico del paese salentino, che, grazie a una decisione del governo regionale, può anche fregiarsi del titolo di città d'arte. E non a torto. Le chiese barocche, le riserve naturalistiche, Nardò, con i suoi 31mila abitanti, è tutto quello che la politica non vorrebbe mai perdere.

E allora si spera di vincere, nonostante tutto. Nonostante, ad esempio, le divisioni che qui nel centro salentino hanno fatto della Casa delle libertà un vecchio, caro "estinto". Lo aveva detto, in tempi più o meno sospetti, il sottosegretario all'interno Alfredo Mantovano: «Alleanza nazionale in Puglia deve contare di più». E aveva fatto un esempio: «A Nardò aveva promesso il candidato è, e resta, Giuseppe Fracella». Detto, fatto. Il consigliere provinciale, vicesindaco nell'ultima amministrazione con delega ai servizi sociali, è in corsa alla poltrona di primo cittadino. Sfida ovviamente il centro sinistra, cioè Antonio Vaglio, e l'ex compagno di giunta, l'azzurro Walter Mirarco: ma, esorta Rocco Buttiglione, «non chiamateli nemici», e non chiamatele elezioni. Per il centro destra quelle del 26 maggio sono delle primarie. Anzi di più. «E' strategia politica», dice l'onorevole azzurro Gregorio Dell'Anna, dimessosi dalla carica di primo cittadino per incompatibilità con l'impegno parlamentare. Perché l'imperativo, per gli uomini della Casa delle libertà, è convincere. Convincere gli elettori che divisi a volte è meglio, che il sole tornerà a risplendere sotto un unico cielo.

Ma la strada, a Nardò, è tutta in salita. Dietro l'angolo c'è il candidato dell'Ulivo, sostenuto da sette liste ma non da Rifondazione che corre da sola, appoggiato «da una grande coalizione cittadina» come commenta la senatrice Maria Rosaria Manieri. Da cinque legislature a Palazzo Madama, eletta sempre nel collegio senatoriale di Nardò, la parlamentare salentina sa che questa volta il centrosinistra nel centro salentino può farcela. «Perché la Casa delle libertà governa Palazzo Personè da otto anni, mica da una vita», ricorda , e se alle elezioni politiche del maggio dello scorso anno il candidato alla camera del Polo ha ottenuto il 64 per cento dei voti «è perché allora le condizioni erano diverse».

Da allora è trascorso un anno, e nulla è più come prima. Aggiunge la senatrice Manieri: «Il centro destra è spaccato. E Antonio Vaglio può contare sull'appoggio di uno schieramento che va oltre l'Ulivo», tanto da candidare come consigliere anche un assessore della passata amministrazione, e cioè di centro destra. «Ma è solo perché ci ritroviamo su un unico programma» chiarisce Antonio Vaglio, chiamato più volte in questi giorni di campagna elettorale a far luce sul suo passato. Lui, che è stato sindaco di Nardò dal '95 al '98, precisa. «Se ho guidato un'amministrazione di centrodestra è perché Forza Italia e Alleanza nazionale, all'epoca, fecero quadrato intorno al mio programma ma solo in consiglio comunale, quando gli elettori avevano già deciso. Al ballottaggio rifiutai l'apparentamento con gli azzurri e il partito di Fini».

Il medico veterinario era e resta un uomo di centro, che non ha una tessera di partito, ma un passato nel Ccd, «perché allora si era tra amici», e che adesso molti sondaggi popolari e non ufficiali danno già per vincente. «E allora, sì, Nardò cambierà», promette la senatrice Maria Rosaria Manieri. Nel paese «dell'emergenza ambientale», con la discarica di Castellino sempre al centro delle polemiche «perché troppo vicina al centro abitato e ad appena 600 metri dall'ospedale», con un'altra abusiva «da bonificare», è tutto da rifare o quasi. E «il mio lavoro inizierà da qui» assicura Antonio Vaglio. Da una politica di interventi che rispettino l'ambiente ad una programmazione per lo sviluppo turistico, tutelando però sempre e comunque il patrimonio naturalistico e ambientale. Di inestimabile valore, nel comune di Nardò, che conta venti chilometri di costa, due località balneari come Santa Maria al Bagno e Santa Caterina, una riserva naturalistica come Porto Selvaggio e, da quest'anno, anche quattro bandiere blu di Legambiente. Antonio Vaglio assicura: «Valorizzeremo anche l'entroterra, ma soprattutto il centro storico, perché non è un caso se Nardò, grazie alle sue chiese, viene chiamata città Monastero».

Naturalmente sulla necessità di avere un approdo turistico i candidati sono tutti d'accordo. Ma nel centro salentino dire porto turistico significa pensare a Serra Cicora, un punto del litorale ad alto valore naturalistico minacciato da un progetto di cementificazione. Un progetto «incredibile, che ci riporta indietro di trent'anni» dice lo scrittore Livio Romano, che in «Mistandivò» ha raccontato il Salento e che adesso ha scelto di scendere in campo per i Verdi, a sostegno di Vaglio, «perché me lo hanno chiesto ed è giusto che anche le tematiche ambientaliste vengano sostenute in consiglio comunale. Serra Cicora è una riserva incontaminata e non si può cominciare a distruggere dove dovremmo invece conservare». Ciò non toglie che, anche per Livio Romano, avere approdi turistici sia necessario, perché «in fondo siamo un popolo di santi, poeti e navigatori». Ma non lì , in quel punto, «uno dei più belli», in un tratto di costa ad alto valore paesaggistico e naturalistico, tra Porto Selvaggio e il parco marino di Sant'Isidoro.

Ribatte Walter Mirarco, candidato alla poltrona di primo cittadino per Forza Italia e Udc: «Avere strutture in grado di accogliere i turisti è fondamentale. Un porto turistico? Sì, ma dove si vedrà». L'ipotesi di Serra Cicora non è, nelle parole di Gregorio Dell'Anna, esclusa a priori. L'onorevole di Forza Italia parla per il candidato azzurro, «un professionista che ha lavorato al mio fianco» come assessore all'urbanistica, e che rappresenta «l'uomo della continuità». Walter Mirarco, ingegnere ed ex del Cdl di Fitto, attende a Nardò, tra gli altri, il ministro Lunardi e la parlamentare Gabriella Carlucci. Mirarco promette che realizzerà «la cittadella dello sport, della cultura e del tempo libero» e che lavorerà «sul cammino già intrapreso dalla passata amministrazione». Che però, strada facendo, ha perso i «pezzi» più importanti. Uno su tutti: il vicesindaco Giuseppe Fracella, orgogliosamente di destra, lontano, per sua stessa ammissione, «dai rigurgiti centristi». Corre per Alleanza nazionale e due altre liste civiche, corre per vincere almeno «le primarie». E poi si vedrà. Lui, voluto da Mantovano, ma non solo, «perché oggi verrà anche Gasparri», punta sulla città a misura d'uomo, d'anziano preferibilmente. Ha fatto i conti Giuseppe Fracella e ha scoperto che nel centro salentino su 28 mila votanti più della metà non sono più giovanissimi. «E allora lavorerò per loro, perché le strade, l'illuminazione sono importanti» ma, come dire, non sono tutto nella vita e soprattutto in politica. Dove tutto può accadere: anche che, dice Gregorio Dell'Anna, citando Aldo Moro, «le rette parallele convergano». Al ballottaggio, quando Forza Italia e Alleanza Nazionale non saranno più separate in casa. Salvo sorprese, ovviamente. E allora, spera ed ipotizza qualcuno, potrebbe essere già troppo tardi.

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