ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su
la repubblica - Bari (Sezione: CRONACA Pag. II ) |
Venerdì 13 Settembre 2002 |
Il settimanale che fa cappo alla diocesi di Lecce interviene nella polemica sul patrcinio della regione alla sfilata Gay Pride, Ruppi scende in campo
ALLA fine, aspettando il Gay pride che verrà - a Bari, nel mese digiugno dell'anno prossimo -, il "diffuso rumoreggiare dei mezzi d'informazione" convince la Chiesa a scendere in campo: "Il diritto di manifestare non consente la volgarità e la mancanzadirispetto". Non ètutta la Chiesa, per la verità, ad uscire allo scoperto contro il bisogno degli omosessuali, maschi e femmine, di marciare in parata. Ma quella di Lecce, che fa riferimento al capo dei vescovi pugliesi: monsignor Cosmo Francesco Ruppi, indicato con garbo ostinato dalla Destra come l'alto prelato rifugiatosi nel silenzio per "benedire" di fatto il patrocinio concesso alla sfilata dei "-diversi" dal presidente della Regione Raffaele Fitto, leaderdiForzaltaha e salentino di Maglie. Ruppi, però, non ci sta. Per esorcizzare il sospetto di un sedicente "inciucio" fra il vescovo e l'uomo politico, fa in modo che sia l'Ora del Salento, il settimanale della diocesi leccese, a "prendere posizione" . Così, nell'ultimo numero del periodico, ancorché non c'è nessun riferimento al patrocinio della discordia, il messaggio è chiaro: "E' fuori discussione che ciascuno abbia diritto alla propria identità. Ciò che, invece, i cristiani non possono approvare è la volontà perversa di ostentare la propria diversità sino ad assumere comportamenti che si collocano al di fuori della quotidiana normalità". Quindi, "grande rispetto e sincera accoglienza" per la condizione degli omosessuali, ma "decisa condanna" nei confronti di "ogni rito che celebri orgogli inutili e non tuteli la dignità della comunità". Fitto, autore di una scelta da lui stesso definita "laica e tollerante", accuserà il colpo? Ad accendere la miccia della polemica, erano stati due esponenti di An: il senatore Ettore Bucciero e il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano. I rumors dei giornali, c'entrano poco o punto. A Mantovano, soprattutto, non va giù la "sponsorizzazione" pubblica. L'exmagistrato ha scritto una lettera aperta al governatore per chiedergli di "porre rimedio": cioè, di fare marcia indietro. "Non è in discussione il diritto di manifestare, ma il fatto che questo tipo di iniziative abbiano il sostegno della Regione Puglia" ha spiegato. Fitto continua a rimanere con la bocca cucita. Come la curia di Bari, che pure farà da sfondo al Gay Pride e che Bucciero aveva sollecitato per "ottenere una risposta". Esplode un caso, ma non di coscienza. "C'è lavolontà di misurarsi politicamente fra An e Forza Italia. La Chiesa non può abbassarsi a questi livelli" fanno sapere dalla circoscrizione ecclesiastica barese, dove monsignor Franco Cacucci, il vescovo, evita accuratamente di vestire i panni dell'"interventista'>. Né, pare, vogliano indossani i componenti la Conferenza episcopale pugliese. Tant'è che il presidente Ruppi è stato in qualche modo costretto ad "esternare"- quello che pensa, senza per questo coinvolgere il "governo" della Casa di Dio. Quanto alla decisione presa dal governatore, negli ambienti porporati della città fanno spallucce: "Il patrocinio alGayPride? Lascia il tempo che trova. Perché le questioni legate agli omosessuali, da rispettare, non possono essere equiparate a quelle di una· sagra paesana cui solitamente èattribuito appunto il patrocinio. Piuttosto, sarebbe stato molto più corretto per la comunità sapere qual è l'opinione del presidente Fitto a proposito dei gay e dei problemi che sono costretti ad affrontare e a risolvere. Il resto è folklore, e basta". Rimane il mistero, al di là delle opinioni e dei diritti costituzionalmente garantiti, su come possa un'esibizione tanto orgogliosa quanto vanitosa, allegra e carnevalesca, essere attesa con l'angoscia di una manifestazione politica di piazza e con l'mevitabiledemagogiacheallaPiaz za politica sempre è legata.
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