ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su La Repubblica/Ba Martedì 15 gennaio 2002



"Boss scarcerati magistrati da licenziare"


L'errore sarà punito, ha promesso il procuratore generale di Lecce Alessandro Stasi dopo la scarcerazione di quarantatré boss della Sacra corona unita. Ma il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, rilancia: «Magistrati che consentono di rimettere in libertà pericolosi delinquenti, e soltanto perché da quindici mesi non riescono a depositare le motivazioni della sentenza di condanna alla fine del primo grado di giudizio, sono da licenziare!».

«Io, un giudice in aspettativa, non voglio sparare nel mucchio» avverte Mantovano. «Tuttavia - spiega - sono stato costretto in questa circostanza a vestire i panni del cosiddetto pazzo di turno perché il caso fosse sollevato. Sì, perché pareva che quello che era successo importasse poco a tutti: si è trattato, invece, di un errore clamoroso e intorno al quale non deve scattare un'inutile difesa corporativa. Anche, e soprattutto, perché non era mai accaduto qualcosa di simile. Al di là delle polemiche di questi giorni, il problema rimane sempre lo stesso: non quello di attenuare le garanzie, ma di garantire la certezza della pena e di eliminare inefficienza e inadempienze che spesso sono soggettive».

Di fronte a questa situazione si profilano due strade: «Quella indicata dal procuratore Favara, che ha elencato in maniera attenta, analitica ed equilibrata i problemi da risolvere; quella del procuratore Borrelli, che concepisce la giustizia come uno strumento per far cadere il governo. Naturalmente, ritengo giusto seguire la prima e, in particolare, evitare che esploda una crisi irreversibile dell'ordine giudiziario. Le "messe in scena" o i "comizi" non risolvono, né hanno mai risolto, nessun tipo di questione: meno che mai quelle legate alla giustizia e alla sicurezza».

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