ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su IL RESTO DEL CARLINO (Sezione: Politica Pag.13) |
Martedì 4 giugno 2002 |
Silvia Mastrantonio
«Impronte per tutti»
Sì della Camera a Rutelli ROMA — Accordo con abbracci e sospiro di sollievo per la maggioranza alle prese, ieri, con l'ultimo scoglio della legge Fini-Bossi sull'immigrazione. Al culmine di un'ennesima giornata di tensioni la mediazione è stata trovata con un ordine del giorno, già approvato dalla Camera, che impegna il governo, contestualmente all'entrata in vigore della nuova normativa, a risolvere il problema dei lavoratori che prestano la propria opera in nero. E questo significa, per Bruno Tabacci, padre dell'emendamento duramente osteggiato dalla Lega, che l'esecutivo dovrà trovare una soluzione rapida, non escluso quindi anche il ricorso al decreto. Questa la conclusione di una giornata di rimpalli nei quali il leader del Carroccio Umberto Bossi ha continuato a fare la voce grossa mandando segnali poco incoraggianti ai centristi, mentre questi ultimi mantenevano ferme le loro posizioni sulla necessità di affrontare il sommerso nella sua globalità. Alla fine si è scelta la via dell'ordine del giorno dopo una riunione, presente Fini, alla quale è seguito un incontro tra i ministri Bossi, Giovanardi e Buttiglione. Il risultato è stato che l'emendamento Tabacci è stato ritirato anche se poi ripresentato dalla Margherita che, però, se l'è visto bocciare. La Camera, poi, a larghissima maggioranza ha approvato l'ordine del giorno che è stato limato più volte per non essere giudicato inammissibile dal presidente Casini perchè troppo simile all'emendamento già respinto. Infine, forse anche sull'onda di uno spirito unitario ispirato ai successi calcistici della Nazionale, lo stesso Tabacci, presidente della commissione attività produttive, il ministro Bossi e il capogruppo di An Ignazio La Russa si sono lasciati andare ad un abbraccio riconciliatore. «Sono soddisfatto — ha detto Tabacci — il governo ha preso atto di una questione che non è eludibile. Per il resto —ha aggiunto — toccherà all'esecutivo decidere il come, io non voglio fare il mestiere di altri ma credo che occorrerà fare ricorso ad un decreto legge».
A convincere il centrista della necessità di rivedere le sue posizioni è stato il sottosegretario all'Interno Mantovano. E poi il «vertice» con il vicepresidente del Consiglio. L'opposizione, da parte sua, non ha gradito la marcia indietro e ha gridato alla legge xenofoba accusando gli alleati di governo di soggiacere alla volontà della Lega. Violante, in particolare, ha parlato di «una farsa in danno dei lavoratori».
Oggi le dichiarazioni conclusive e poi il voto che non concluderà però l'iter visto che la legge dovrà comunque tornare al Senato.
In ultimo, il leader della Margherita Francesco Rutelli ha presentato un ordine del giorno, accolto dal governo, che stabilisce l'obbligo di rilevare le impronte digitali a tutti i cittadini e non solo agli extracomunitari che richiedono il permesso di soggiorno o che lo rinnovano. |
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