ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su QN IL GIORNO il Resto del Carlino LA NAZIONE (Sezione: Pag. ) |
Martedì 10 giugno 2003 |
di Roberto Grimaldi
«Funziona ma va migliorato»
Nessun dubbio sull'esistenza dei Centri di permanenza temporanea: da destra e da sinistra li hanno voluti, quindi è giusto che ci siano. Ma se per alcuni vanno bene così, per altri vanno migliorati. Sul piano sindacale invece, le opinioni, soprattutto sul caso Modena, divergono in maniera netta.
Tutto ciò è emerso ieri pomeriggio al convegno nazionale sul tema: «Immigrazione, Centri di permanenza temporanea tra Turco-Napolitano e Fini-Bossi».
L'incontro è stato organizzato dal Sindacato autonomo di polizia (Sap) e i lavori sono stati presieduti dal segretario generale Filippo Saltamartini. Ha aperto la serie di interventi Gianni Tonelli, segretario nazionale del Sap, che ha illustrato la posizione del suo sindacato: in sintesi, è auspicabile all'interno del Cpt l'esistenza di un gruppo di agenti con ruolo di prevenzione di eventuali disordini. In Italia ci vogliono più Cpt per abbassare i costi, occorre selezionare i clandestini più pericolosi per trattenerli all'interno dei centri, concedendo benefìci a chi non ha infranto la legge. Filippo Saltamartini, nell'analisi della situazione, ha sottolineato che i Cpt non sono carceri, ma non è nemmeno pensabile che gli ospiti possano entrare e uscire con disinvoltura. Poi è stata la volta dei politici: «Il Centro non rappresenta un costo per le forze dell'ordine — ha detto il sottosegretario agli Interni, Alfredo Mantovano — Se non ci fosse, gli agenti dovrebbero perdere tempo e denaro accompagnando volta per volta alla frontiera i clandestini. Riguardo alle condizioni, posso dire che in confronto ai Centri che ho visto all'estero i nostri sono quelli che hanno i migliori standard».
L'onorevole Giulio Santagata della Margherita condivide la logica del Cpt: «Ma il clandestino deve avere dignità di cittadino: la Bossi-Fini ha cambiato il clima intorno all'immigrazione, e i Centri, l'anello più debole della catena, ne hanno risentito». Il senatore Ds Luciano Guerzoni ha posto diversi dubbi: «I Centri devono sorgere dappertutto e non solo in certe zone d'Italia. Il Cpt non è un carcere ma nemmeno un ufficio amministrativo, quindi al suo interno occorre personale specifico e preparato. E poi perché il carcerato espulso viene portato al Centro? Non può aspettare il momento dell'espulsione stando in carcere? Nei prossimi giorni promuoverò un'inchiesta parlamentare per approfondire questi e altri argomenti». Ha chiuso la serie di interventi il ministro per i rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi: «Ho sentito dire che il Cpt sarebbe un lager. Andate a vedere quello di Modena: aria condizionata, un bagno ogni due camere, tv a colori, libertà di movimento all'interno. Resta forse da mettere a fuoco il ruolo delle forze dell'ordine, che però non devono diventare guardie carcerarie e non devono eccedere nel numero. Il resto è tutto risolvibile».
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