ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su QN
IL GIORNO Il Resto del Carlino LA NAZIONE

(Sezione:  CRONACA   Pag.     )
Giovedì 17 Aprile 2003

di Silvia Mastrantonio

 

Fuorilegge tenere anche uno spinello

 


 

ROMA — «Massima quantità tollerabile». E' questo il principio ispiratore del disegno di legge per la lotta alla droga messo in cantiere dal governo e i cui contenuti sono stati anticipati dal vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini. Secondo la legge allo studio — che ribalta l'impostazione scaturita dal referendum del '93 — il possesso di droga è sempre sanzionato, anche se per uso personale.

Leggere e pesanti: uguali
In questo caso si procede con una sanzione amministrativa mentre oltre la soglia di «massima quantità tollerabile» la sanzione diventa penale. Il testo prevede inoltre di far decadere ogni distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti, riducendo le tabelle degli stupefacenti da 4 a 2. Previsto poi un massiccio impegno nella politica di prevenzione e di recupero dei tossicodipendenti, con la possibilità di sospendere la pena fino a 6 anni per chi accetta di sottoporsi a cicli di trattamento e di recupero.

Il ddl sarà discusso nei prossimi giorni dal consiglio dei ministri e secondo Fini — che ne ha parlato a Vienna alla 46° sessione della commissione Onu per la lotta alla droga — potrà «ridare logica alla legge del '90 saltata in aria con il referendum». Secondo il vicepremier la domanda per misure più restrittive arriva proprio dalle famiglie e l'intento della legge non è quello di «una svolta repressiva». Il progetto prevede che, per quanto concerne le sanzioni penali, ci si rifaccia alla legge del '90 con una differenza di previsione di pena: sarà da 6 a 20 anni di reclusione mentre ora è dagli 8 ai 20. Sul fronte amministrativo, invece, le pene previste per chi verrà trovato in possesso di dosi inferiori alla «massima quantità tollerabile» vanno dalla sospensione della patente al ritiro del passaporto, del porto d'armi, del visto di soggiorno turistico.

Cannabis pericolosa
Fini, supportato negli incontri di Vienna dal sottosegretario Alfredo Mantovano, sottolinea che la distinzione tra droghe leggere e pesanti è senza fondamento.

«Per la cannabis, per esempio, è scientificamente dimostrato — ha detto — che i valori del principio attivo Thc, tetraidrocannabinolo, sono 20-30 volte superiori a quelli che si riscontravano 10 o 20 anni fa. Ecco perché il concetto di 'canna' come droga leggera fa a pugni con la scienza». Immediate le reazioni. Per i radicali i «trascorsi giovanili di Fini hanno preso il sopravvento», mentre Giuliano Pisapia di Rifondazione attacca: «Ancora una volta si privilegia l'aspetto repressivo a discapito di quello preventivo, con la conseguenza di aiutare la criminalità organizzata».

Giuseppe Fioroni (Margherita), afferma che se «il governo volesse affrontare seriamente il problema non scriverebbe un disegno di legge in solitudine». Duro anche il giudizio di Luana Zanella dei Verdi che attacca l'intento di «stravolgere il referendum del '93».

«Effetti terrificanti»
Uno scenario apocalittico con «conseguenze terrificanti» è quello immaginato da Franco Corleone, presidente del Forum droghe: «Il primo risultato di questa inversione di rotta — ha detto — è che aumenteranno i tossicodipendenti in carcere». Secondo Corleone è inaccettabile la riproposizione di «un ruolo etico dello Stato». Un applauso invece dal Movimento italiano genitori che auspica «maggiore repressione contro gli spacciatori».


 

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